Via Masetto, il sottopasso non convince i residenti
L’opera a nord della strada non risolverebbe il problema dell’accesso La soluzione della Ztl è quella più gettonata per una risposta immediata
RIVA. Una zona a traffico limitato sul modello di quella già applicata a Varone, riservata cioè esclusivamente ai veicoli dei residenti e dei loro ospiti, è la soluzione che la maggioranza dei residenti in via del Masetto apprezzerebbe maggiormente, come ha certificato la raccolta di firme consegnata al sindaco. Lo sfoggio di tecnici e slide nel corso della riunione convocata l’altra sera per illustrare alla cittadinanza i progetti dell’amministrazione e chiedere al tempo stesso eventuali alternative è servito a poco, visto che il nodo del contendere è rimasto il tratto a sud, impossibile da modificare. L’ingegner Bruno Gobbi Frattini si è speso nel tentativo di illustrare le specifiche tecniche del nuovo collegamento che dovrebbe essere realizzato nella parte nord e che sottopasserebbe il Varone, la ciclabile e la strada che conduce alle abitazioni nell’area più settentrionale per innestarsi poi nella provinciale di San Giorgio. Due le obiezioni principali del pubblico: si tratterebbe di un faraonico ed inutile “svincolo autostradale” che si trasformerebbe poi in uscita in un punto particolarmente pericoloso per la viabilità di scorrimento, a meno che non si realizzi una nuova rotatoria. Ma su questo aspetto il progettista è stato particolarmente scettico visto che, se una rotatoria si deve fare, sarebbe meglio realizzarla al posto dell’attuale incrocio tra via Zandonai, via Maso Belli e via S. Alessandro. Invano prima il sindaco Mosaner e poi l’ingegnere Gobbi Frattini hanno provato a spostare l’attenzione sulla viabilità generale: quello svincolo, infatti, dal costo non indifferente di tre milioni e mezzo, diventerebbe la parte conclusiva del nuovo asse di penetrazione ovest-est in partenza dalla ex bretella Comai, una volta che verranno realizzati i tronchi mancanti. Ma la gente si è assiepata l’altra sera nella sala dei Vigili del Fuoco per avere risposte concrete ai loro problemi immediati, e cioè come risolvere il nodo del passaggio dei veicoli all’imboccatura di una strada che non supera i tre metri di larghezza. Scartata la soluzione del semaforo (bisognerebbe installare dei mini impianti su tutte le uscite dai garage e dai cortili privati), lentamente si è iniziato a convergere sull’ipotesi della ztl, anche se qualcuno si è spinto oltre arrivando a chiedere pure la chiusura del ponte. Non sono mancati gli interventi dei politici: in sala Isabella Iandarino ha sollecitato ad occuparsi della soluzione dei problemi reali mentre Mirella Serafini ha chiesto di provare a chiudere il ponte qualche settimana per verificare gli effetti. A posteriori sono intervenuti anche Pier Giorgio Zambotti e Luca Grazioli, che hanno appoggiato la richiesta dei residenti di limitare il traffico ai soli residenti. Tempo tre mesi e il Comune prenderà le sue decisioni. (g.r.)