Scuole chiuse per virus? La rete salva gli studenti
Settemila ragazzi on line. Gli undici istituti hanno attivato diverse iniziative grazie agli animatori digitali. Utilizzate le piattaforme open source Jitsi e Moodle o Classroom su Google
Alto garda. Con la chiusura delle scuole la didattica viaggia in rete anche per gli oltre settemila studenti dell’Alto Garda e Ledro costretti a rimanere a casa fino al 3 aprile, per contenere la diffusione del Codiv-19 o più noto Coronavirus. Gli undici istituti della rete locale non si sono fatti trovare impreparati e grazie anche alla presenza di esperti animatori digitali sono state attivate diverse iniziative per raggiungere on line i numerosi studenti dalla primaria alle superiori.
Matteo Ruffoni, animatore digitale dell’Ic Ledro diretto da Paola Maroni, ha avviato sin da subito videoconferenze con i propri studenti: «Utilizzano la piattaforma open source Jitsi - spiega l’insegnante promotore del software libero – quindi abbiamo incentivato tra i colleghi l’uso di Moodle, ma anche fatto formazione per cercare di muoverci con una certa disinvoltura in spazi collaborativi come Chamilo». Studenti a proprio agio ovunque, anche al Maffei di Roberto Pennazzato dove «la formazione a distanza – spiega il pioniere digitale Stefano Lotti – presuppone una concezione specifica dell'insegnare e dell'apprendere. Sono quindici anni che usiamo la piattaforma Moodle – dice il professore - per proporre, tra le altre cose, attività diversificate, tutorial a supporto dell’apprendimento, giusto per citare alcuni aspetti. Alcuni docenti stanno approfittando dell’emergenza per sperimentare attività a distanza con momenti laboratoriali».
Anche alle superiori Itet Floriani «la formazione via internet viene utilizzata da alcuni anni – commenta Luigi Borromeo, referente digitale nonché vice della dirigente Antonia Zamboni – e da molti docenti con Moodle e con il registro elettronico che ne potenzia le opportunità. Nel corso del tempo, soprattutto al serale, è stata sperimentata la possibilità di registrare alcune lezioni per poi inviarle ai corsisti impossibilitati a frequentare. In questi giorni, gioco forza, in molti stanno provando a chiedersi come poter interagire con i ragazzi, e con il supporto mio e dei tecnici informatici – spiega l’animatore - sono e saranno attivate varie modalità di condivisione di materiale e attività, oltre a videolezioni con Skype e Zoom».
Gianni Civitillo, punto di riferimento dell’Ic Dro-Valle dei Laghi guidato da Sara Turrini, ha puntato molto su Classroom di Google per i più grandi della primaria e le medie. Discorso analogo per l’istituto Riva2 della dirigente Paola Bortolotti dove «l’uso delle tecnologie nella didattica è molto diffuso - commenta la referente Patrizia Tonelli – e oltre a Moodle si usa Padlet ed E-Twinning, ma in questi giorni alcuni colleghi si stanno attivando anche per realizzare lezioni in video».
Per Riva1 diretto da Massimiliano Latino la sospensione delle lezioni «ha attivato una serie di strumenti digitali – dice il responsabile d’istituto Severino Bigi – molti dei quali fanno già parte della cassetta degli attrezzi dei nostri colleghi. Più vie, quindi, in base alle esigenze specifiche e la familiarità con quanto proposto». E le dirette video? «Non le trovo necessarie – risponde Bigi – e in questo momento nemmeno così produttive per i ragazzi e agevoli per le famiglie. Meglio una breve clip video ben fatta, un esercizio da restituire al docente o un quiz su Kahhot». Niente dirette nemmeno al Comprensivo di Arco del dirigente Maurizio Caproni «perché la didattica a distanza, soprattutto nella scuola dell’obbligo – spiega l’animatore digitale Maurizio Zambarda – non può essere scandita dalla campanella come a scuola. Le esigenze familiari in momenti di emergenza come questi vengono prima, non sappiamo dove e con chi sono i nostri alunni, se possono o meno collegarsi ad Internet ad un’ora precisa. Per questo i colleghi hanno lavorato in forma asincrona usando cioè la piattaforma IcArcoLab curata dal maestro Antonio Manara, le G-Suite ed altri strumenti che gli studenti possono frequentare quando possono».