«Ora la circonvallazione di Torbole»
L’intervento dell’assessore Zanoni: «Opera fondamentale per ridisegnare la mobilità sostenibile sulla litoranea e per la ciclovia»
ALTO GARDA. «Ora serve ancora un unico e grande sforzo: la circonvallazione di Torbole. Questo è l’ultimo tassello che serve, per dare vivibilità a Torbole ma anche per rendere possibile la trasformazione della litoranea che collega Torbole a Riva al fine di riutilizzare questo tracciato prioritariamente per il trasporto pubblico e per la mobilità sostenibile. Questo riutilizzo a mio avviso rappresenta anche l’unico modo per poter realizzare una ciclo via del Garda degna di questo nome».
Questo uno dei passaggi chiave dell’intervento dell’assessore comunale Alessio Zanoni sulla viabilità dell’Alto Garda e sulla visione della mobilità provinciale. Un intervento che arriva a ridosso della posa della prima pietra del tunnel Loppio-Busa e alla definizione della tempistica del terzo stralcio del collegamento, quello al Cretaccio (cantiere nel 2020).
«Ci dobbiamo concentrare su ciò che deve preoccupare l’Alto Garda di fronte a nuove opere infrastrutturali, le quali modificherebbero inevitabilmente e irreversibilmente il territorio e la sua vivibilità. Preoccupazioni legate non tanto a questa opera - scrive Zanoni - ma al modello di sviluppo, che non può più essere fermo agli schemi degli anni ’50 o ’60. Se prima non diamo risposta a questo aspetto, oggi a preoccuparci è il tunnel, domani la Valdastico e dopodomani il collegamento possibile fra l’Alto Garda e il Chiese. C’è un pensiero, magari fantasioso ma non troppo, che si possa passare dal bresciano al vicentino senza attraversare le nebbie della Pianura Padana. L’Alto Garda potrebbe trasformarsi da terra di accoglienza e di soggiorno a via di attraversamento. Non è questo il destino che vogliamo per la nostra terra».
«Anche da noi - prosegue l’intervento - ci sono voci (Mauro Ottobre ndr) che richiedono opere stradali faraoniche, come ad esempio la riproposizione del tunnel doppia canna a 4 corsie dal costo di 250 milioni di euro (che dall’uscita della galleria di Tierno “vomita” direttamente le auto nel Garda), o come la riproposizione della Valdastico con l’uscita direttamente a sud di Rovereto per essere in “perfetta” connessione con l’Alto Garda».
«Non possiamo pensare che un nuovo sviluppo economico sia ancora basato sulla mobilità delle merci su gomma, o sull’incremento della mobilità individuale delle persone. Anche chi sostiene che il turismo ha bisogno di “nuova strada” sostiene un’idea vecchia di turismo. Semmai i collegamenti scorrevoli li dobbiamo garantire ai nostri pendolari, ai nostri artigiani, ai nostri giovani studenti perché possano avere le stesse opportunità di studio- aggiunge Zanoni - che hanno i loro coetanei che magari abitano solo a Mori».