«Fiere, il Comune deve tenere il controllo» 

Per l’ex presidente Tanas si rischia di buttare anni di lavoro. Mosaner: «Non sono ancora dimissionario»



RIVA. In vista dell’incontro informale – convocato per oggi alle 17.30 al Palacongressi – tra l’ente fieristico e i consiglieri comunali per presentare i progetti in atto e le scelte compiute per favorire, «in coerenza con il percorso condiviso con la Provincia, la realizzazione di un adeguato quartiere fieristico in località Baltera», continua il fuoco di fila di prese di posizione riguardo al ventilato aumento di capitale di Rfc con conseguente perdita di peso specifico e “governance” da parte della partecipata Lido.

Il primo a tornare sul tema, dopo le dure dichiarazioni riportate ieri, è proprio l’ex presidente della Lido, Marco Tanas: «Riva – ha scritto su Facebook – ha un gioiello: la Palacongressi, oggi denominata Riva del Garda Fierecongressi. In seguito ad alcune alchimie potrebbe diventare a maggioranza privata. Bisogna evitare di perdere il controllo pubblico della società. Spero che in Comune qualcuno reagisca a questa assurda proposta che butterebbe alle ortiche anni di lavoro. Sempre che al Comune interessi il futuro della città».

In casa Lega, Luca Grazioli chiede al presidente Francesco Campisi di convocare con urgenza la commissione sulle partecipate, posto che a suo dire «è inutile e superfluo avere una commissione ed essere all’oscuro di operazioni come quella». Per Pier Giorgio Zambotti sull’ampliamento del Palafiere era la stessa commissione a dover essere investita della questione, per poi portare il tutto in approvazione in Consiglio: «Altre modalità non sono istituzionalmente corrette». Per entrambi i leghisti comunque «l’operazione di ricapitalizzazione andrà sicuramente a buon fine indipendentemente da una convocazione di urgenza del Consiglio o dalla convocazione in extremis del sindaco per difendere, ancora una volta, le ingiustificabili ombre della sua azione politica».

Caustica la reazione del capogruppo del Pd Gabriele Bertoldi: «Quando leggo certe reazioni a un’operazione nota da almeno due anni e che nulla cambia nella collaborazione positiva tra pubblico e categorie di privati del territorio (non privati e basta), e vedo alzare polveroni confusi di verità supposte, in primis mi rattristo, perché non è politica questa, poi mi chiedo a chi giova questo chiasso».

Ironico, invece, Mosaner, in avvio di seduta di Consiglio comunale ieri sera: «Per ora – ha detto, rivolgendosi ai consiglieri di minoranza – non sono ancora dimissionario». (m.cass.)















Scuola & Ricerca

In primo piano