Collettore del Garda, firmato il protocollo
LAGO DI GARDA. Continua il rapporto conflittuale tra lago di Garda e fognature, anche se in questo caso sembra che si possa arrivare a sviluppi parzialmente rassicuranti. Per quel che riguarda la...
LAGO DI GARDA. Continua il rapporto conflittuale tra lago di Garda e fognature, anche se in questo caso sembra che si possa arrivare a sviluppi parzialmente rassicuranti. Per quel che riguarda la condotta colpita e trascinata sul fondo dalla chiatta affondata a Gardone Riviera, i sopralluoghi svolti dopo la liberazione del tubo dalle fortissime sollecitazioni dell’imbarcazione hanno evidenziato la necessità di irrobustire la conduttura con una fascia metallica nel punto “ammaccato” dall’impatto con la bettolina. Questa la toppa a uno dei tanti possibili intoppi ambientali sublacuali, ma finalmente sembra che qualcosa si stia definitivamente muovendo anche sul fronte della sostituzione dell’attuale precario e antiquato sistema: con la firma del protocollo d’intesa avvenuta a Roma tra ministero e Regioni Veneto e Lombardia i cento milioni di euro stanziati dal ministero dell’ambiente per la realizzazione delle nuove opere di collettamento e depurazione del Benaco sono stati ormai garantiti e dunque potrà cominciare l’iter per arrivare a veder realizzata un’opera giudicata strategica per la salvaguardia del lago di Garda, il cui ammontare complessivo è stimato in 220 milioni tra sponda veronese e bresciana: la parte economica di provenienza non governativa verrà coperta dalla tariffa del servizio idrico ed eventualmente dalla destinazione di una quota della tassa di soggiorno dei comuni rivieraschi. Estranea a ogni spesa e a ogni coinvolgimento diretto la Provincia di Trento, circostanza che ha fatto storcere il naso ad esempio alla presidente della Comunità del Garda (e deputata di Forza Italia) Mariastella Gelmini, che nell’ambito dell’incontro per siglare l’intesa avrebbe parlato di «disinteresse incomprensibile».
(m.cass.)