Primo stop del Tar di Trento alle sale giochi: «La distanza dai luoghi sensibili tutela la salute»
Respinto il ricorso della società titolare della sala di viale Verona
ROMA. Il Tar di Trento dice no ai primi ricorsi degli operatori di gioco contro la legge provinciale anti-ludopatia diventata operativa lo scorso agosto, che prevede almeno 300 metri tra le attività di settore e luoghi sensibili come scuole e chiese.
Nel decreto monocratico pubblicato oggi 10 ottobre, riporta Agipronews, il giudice Fulvio Rocco respinge l'istanza cautelare presentata dalla società titolare della sala giochi in viale Verona, a Trento.
«Deve essere accordata nella presente fase processuale preminente tutela del bene primario della salute», si legge nel provvedimento. Al momento, le fonti della legge provinciale «non possono essere tout court disapplicate» proprio perché «prendono in considerazione principalmente le conseguenze sociali dell’offerta di una tipologia di giochi suscettivi di innescare pericolosi fenomeni compulsivi su fasce di consumatori psicologicamente più deboli, nonché dell’impatto sul territorio dell’afflusso a tali giochi da parte degli utenti».
Quanto ai danni dedotti dagli operatori, la società «avrebbe comunque potuto utilmente attivarsi per trasferire il proprio esercizio nella pur ridotta area “non espulsiva” dell’attività».
La prossima udienza, durante la quale il ricorso verrà esaminato in sede collegiale, è stata fissata il 10 novembre.