Una guida per tramandare il patrimonio mocheno
Attraverso il racconto del maso (Filzerhof), la storia della colonizzazione della valle, la vita quotidiana, il lavoro domestico e l’evoluzione della lingua
VALLE DEI MOCHENI. Dopo la mostra sul maso mocheno, pronta la guida per conoscere e soprattutto apprezzare quanto di “storia” c’è nella valle dei Mocheni. Condensati in poco più di 70 pagine e arricchiti di fotografie, patrimonio, vita quotidiana, storia di secoli e testimonianze sono illustrate a chi la valle la conosce ma anche e soprattutto a chi non la conosce. Un testo utilissimo a chi ci vive, ma anche a quanti vogliono sapere qualcosa sui mocheni. “Viarer van Filzerhof”, “Guida al maso mòcheno” è stato scritto e confezionato dall’Istituto culturale mocheno (Bernstoler Kulturinsitut, Bki) con l’impegno di Claudia Marchesoni e Leo Toller, i due studiosi che hanno accompagnato Tatiana Andreatta nell’allestimento della mostra che l’estate scorsa ha registrato oltre 3.000 visitatori: il materiale era esposto nella sala dell’istituto e nei locali del Filzerhof (Fierozzo). Così, attraverso la ricerca e lo studio di antichi documenti, è stato accertato che la prima pietra del Filzerhof venne posta poco meno di 700 anni fa (era il 1324). Attraverso il maso-museo e appunto la documentazione esposta si è sostanzialmente tracciata la storia del maso e della colonizzazione della valle che in quei secoli era dei conti del Tirolo (dimoravano e comandavano dal castello di Pergine). Lo studio del Filzerhof ha dato la possibilità innanzitutto ai mocheni di conoscere la proprio storia e poi di farla conoscere all’esterno.
Aperto vent’anni fa, il Filzerhof rappresenta il tipico maso mocheno, è esempio della vita quotidiana che vi si svolgeva, sia locale che sociale, delle attività lavorative alle tradizioni. Colonizzazione (con le sue motivazioni e le sue forme), evoluzione, denominazione e spostamenti dei nuclei familiari trovano riscontro anche nell’analisi della lingua mochena. La sponda sinistra della valle venne così “suddivisa” in appezzamenti e data ai coloni che dovevano sfruttarli (costruirvi una casa, coltivarlo, eccetera) e pagare un canone.
Nella guida vengono quindi illustrate l’economia, le risorse, il lavoro domestico. Poi i lavori di recupero e restauro del Filzerhof, la sua storia (dal 1324), i proprietari, la struttura architettonica con la descrizione dei locali. E parallelamente anche la nascita ed evoluzione della lingua mochena. Verrà presentato domani a Fierozzo (sala pubblica, ore 17). Ma non si parlerà solo della “guida” e del suo significato. L’appuntamento servirà anche a illustrare la “Mediateca”, una piattaforma digitale multimediale che raccoglie e mette in rete il patrimonio audio / video, letterario e didattico elaborato in questi anni dall'Istituto. L’obiettivo principale è quello di rendere facilmente e immediatamente disponibili i materiali, attualmente suddivisi in tre settori. Audiolibri: permette di seguire direttamente sul testo la lettura audio dei volumi; uno strumento particolarmente utile a scopi didattici dati i molteplici livelli di apprendimento possibili. Giornali e riviste: permette di consultare le pubblicazioni in lingua mochena. Video e documentari: raccoglie e classifica il materiale che altrimenti rischia di essere disperso.
©RIPRODUZIONE RISERVATA