Tutti al lavoro per salvare il mercato del legname 

L’Altopiano di Piné tra le zone più colpite dal maltempo: i Comuni di Baselga e Bedollo uniscono le forze per ripulire i boschi nel minor tempo possibile


di Giannamaria Sanna


ALTOPIANO DI PINÉ. «Per ripristinare la bellezza del nostro altopiano, i sindaci di Baselga e Bedollo accomunati nell’evento calamitoso di fine ottobre, chiedono che fra Pubblico, le Asuc e, soprattutto i privati, si formi una forza sinergica in grado di intervenire in tempi rapidi sulla pulizia di boschi e aree interessate dal maltempo». Le ore interminabili della serata e della notte di lunedì 29 ottobre, con le folate di vento impetuose e persistenti che hanno divelto e spostato tutto quello che trovavano sulla loro strada, rimarranno per molto tempo impresse nella mente degli abitanti. Ora gli amministratori dei Comuni di Baselga e di Bedollo contano i danni e iniziano a metter ordine prima che arrivino neve e freddo a paralizzare ogni attività.

I primi interventi dei lavori coordinati dal sindaco di Baselga di Piné sono stati rivolti al biglietto da visita del territorio, la passeggiata sul lago della Serraia, cominciando dall’Alberon, che si è dato un nuovo look e proseguendo fino al Lido: «Proprio in questi giorni - afferma Ugo Grisenti - stiamo convocando i privati, proprietari dei boschi che vanno dalla centralina al nuovo Lido, per organizzare la pulizia di quel settore. Pulire le aree dei parchi gioco di asili e comunali e dei boschetti della parte piana dell’altopiano è stata la nostra priorità, viste le manifestazioni sportive all’Ice Rink e l’evento sempre molto frequentato de El Paes dei presepi, alle porte». Il Comune di Baselga non è proprietario di aree boschive proprie ma intende stimolare e sostenere le Asuc e naturalmente i privati, affinché procedano al taglio e al recupero del legname per non rovinare il sottobosco dalla proliferazione di muffe e batteri, salvaguardando i prodotti che i nostri boschi offrono in modo così generoso e, anche per poter poi procedere alla pulizia delle strade, dei parchi gioco e per la futura sistemazione dell’acquedotto.

Nel Comune di Bedollo, dice il sindaco Francesco Fantini, «nell’assestamento di bilancio di novembre sarà aperto un capitolo per le somme emergenze di 150 mila euro, per affrontare in primis almeno la messa in sicurezza di alcune aree, con la sistemazione, lo scarico dei materiali e la regimazione delle acque delle frane riversate sugli abitati e sistemare il dissesto idrogeologico ai Martinei». In quest’ultima zona la strada comunale ha bisogno di un consolidamento strutturale e della sistemazione delle rampe a monte della viabilità, come l’alveo della roggia nella valle dei Marteri. Parecchi, anche, i danni alle abitazioni private dei due Comuni, con scoperchiamento di tetti, caduta di alberi nei giardini, oltre alla viabilità a competenza privata. Il patrimonio boschivo ha subito un enorme danno, la prima stima ufficiosa parla di 157 mila metri cubi di legname abbattuto sull’intero Altopiano di Piné. Si parla di Altopiano perché negli ultimi incontri è stato deciso di affrontare in un unico blocco questa situazione da parte di tutto gli enti amministrativi.

«Va sottolineato - prosegue Fantini - che rappresentando il commercio del legname un’attività portante per il sostegno delle entrate a bilancio in quasi tutti gli enti pinetani, lavoreremo insieme per non cadere nella trappola della speculazione. Le piante abbattute si trovano in posti facilmente raggiungibili da strade forestali, comunali e perfino provinciali. Ci stiamo coordinando, affinché questo buon valore qualitativo lo possa essere anche in senso economico. Si sta pensando anche a come garantire il ripristino delle aree forestali colpite e a come fare comprendere al mercato che il legname pinetano può diversificarsi in termini di qualità rispetto ad altre zone. Serve però un passo culturale, che l’associazione forestale Comunità della Montagna di Piné saprà sicuramente improntare al meglio. Sono maturi i tempi per programmare non solo la coltura del legname - conclude Fantini - ma anche la cultura sul valore vero delle nostre foreste, spesso trascurato da un sistema di mercato che ha fatto finta di non accorgersene».

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