Roberto, vita spezzata a 47 anni 

Lutto a Bosentino. Bonvecchio si è spento ieri stroncato da una malattia fulminante dopo 10 giorni di ospedale. Lavorava alla Mav, impegnato nel volontariato: lascia la moglie Roberta, direttrice del Consorzio Turistico della Vigolana, la mamma Rosana e le sorelle Franca e Michela


Gino Micheli


Bosentino. Sono bastati 10 giorni di ospedale, colpito da un fulminea male incurabile, per portarsi via Roberto Bonvecchio, ieri di primo mattino. Aveva appena 47 anni e da anni lavorava alla Mav, ditta specializzata nella progettazione e produzione di unità di collegamento per attrito albero-mozzo.

Comunità sotto choc

Il paese e soprattutto la frazione di Migazzone, dove abitava, è sotto choc. Perché proprio Roberto? Se lo chiede la moglie Roberta, direttrice del Consorzio Turistico della Vigolana che ha condiviso con lui 25 anni di matrimonio (festeggiati a maggio, in chiesa, assieme ad altre coppie) e sperava di dividerne almeno altri 25 mentre con immenso dolore lo accompagnerà al funerale. Un dolore infinito per la mamma Rosana, presidente del Gruppo anziani e pensionati di Bosentino, perché, indubbiamente, la morte di un figlio è sempre una sofferenza atroce, insormontabile, molto difficile da inghiottire. Roberto, unico figlio, aveva anche assunto le redini del padre Bruno, scomparso diversi anni fa, anch’egli strappato all’affetto della famiglia da un male incurabile. Alla mamma Rosana rimangono ora le figlie Franca e Michela, quest’ultima, già vicesindaco di Bosentino e consigliere del Comune Altopiano della Vigolana, ci ha ricordato fra l’altro, con un filo di voce, che «oltre a spendersi molto per gli altri, Roberto era molto orgoglioso di aver donato, una decina d’anni fa, il midollo osseo, sicuro di aver contribuito alla vita di qualcuno che ne aveva bisogno». Era dunque anche un donatore di organi e quando è stato chiamato per sottoporsi alla donazione, non ha battuto ciglio.

Volontario a tutto tondo

Roberto era una persona amata e stimata da tutti, sempre pronta a dare una mano in tutte le associazioni. Appunto, le associazioni erano la sua seconda famiglia. Pur non ricoprendo ruoli di vertice, faceva parte dei vigili del fuoco volontari, del Gruppo alpini e per alcuni anni anche dei Nuvola. Era nella Pro Loco, nel Consorzio Turistico, nell’Associazione Senza Freni. Aiutava tutti gli altri gruppi di volontariato, come il Gruppo anziani che lo scorso 30 maggio ha fatto festa al Santuario del Feles alla presenza di 200 anziani giunti dai circoli della zona e del vescovo Lauro Tisi che ha celebrato la messa e pronunciato una toccante omelia proprio sul ruolo degli anziani.

Il ricordo degli alpini

Di Roberto, tutti ne parlano bene in paese. Sarà davvero una grande mancanza. Per tutti. Il capogruppo degli alpini Domenico Leonardelli ci dice: «Molto amareggiato per la scomparsa di un amico, innanzitutto, ma anche di un uomo avvicinabile in qualsiasi circostanza, sempre generoso e ingegnoso». Così l’associazione Senza Freni che mercoledì lo attendeva, con la sua mountain bike, alla cronoscalata Caldonazzo-Campregheri, dopo che a giugno aveva disputato la Vattaro-Doss del Bue. Tutto vano, purtroppo.

L’ultimo saluto

Domani alle 16, nella chiesa parrocchiale di S. Giuseppe, ci sarà la celebrazione funebre. La bara arriverà in chiesa ancora prima delle 15, quindi ognuno potrà porgergli l’estremo saluto. Alpini e pompieri garantiranno il picchetto d’onore.













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