«Palazzo Crivelli diventi patrimonio culturale» 

Verso le elezioni. Il centrosinistra di “SìAmoPergine” che sostiene il candidato Giuseppe Facchini propone idee anche per l’area ex Cederna: «Diventi area sportiva con palazzetto e piscina» 


Franco Zadra


Pergine. La coalizione di centrosinistra “SìAmoPergine” a sostegno del candidato sindaco Giuseppe Facchini, come usa fare da qualche tempo a questa parte in tempo di post Covid, si è ritrovata in videoconferenza per parlare ancora di questioni aperte, «che ogni amministrazione – ha detto Facchini – deve necessariamente affrontare, anche quando, e il fatto che siano in sospeso da anni lo dimostra, sono faccende spinose e di non facile soluzione». Il focus della serata che ha raccolto idee, proposte, e segnalazioni, era puntato su palazzo Crivelli, sulla ex area Cederna, e sul rilancio turistico di San Cristoforo.

Palazzo Crivelli

Il palazzo dei conti Crivelli, il porticato del quale risale al Cinquecento, mentre il corpo principale è della metà del XVIII secolo, che nel 2012 la Provincia cedette in comodato d'uso al Comune, è utilizzato sporadicamente per manifestazioni estive, come Pergine Spettacolo Aperto, per la coalizione di Facchini andrebbe recuperato alla città in maniera organica «facendolo rientrare – ha detto il candidato sindaco – a pieno titolo nel patrimonio storico e culturale di Pergine, come parte integrante della sua vita e della sua memoria».

Tornato alla ribalta della cronaca, e se ne occupò su queste pagine il compianto Roberto Gerola, per la caduta di alcuni pezzi di cornicione che fecero indignare l'opinione pubblica per una supposta incuria alla quale l'edificio sarebbe abbandonato da che è in mano al Municipio, i perginesi lo conoscono per il balconcino arcuato con balaustra in ferro battuto e il possente barbacane in pietra viva sullo spigolo dell’edificio fra via Maier e via Rusca. All'interno, un lussuoso salone veneziano, l'appartamento del conte che a detta di molti rappresenterebbe di per sé un museo, e poi decorazioni, stucchi, medaglioni, stemmi, pavimenti con intarsi. Svuotato dei mobili, più di 50 pezzi pregiati, andati a finire in parte a Palazzo Thun e il resto in giro per la provincia. «Un patrimonio – ha detto Facchini – che va rivitalizzato, perché non esiste nulla di staccato nella gestione della cosa pubblica, anche coinvolgendo il volontariato, la scuola, le associazioni. Pensiamo al proposito a un ufficio dedicato al fundrising, o comunque attento ad attingere alle risorse che la Comunità Europea mette a disposizione per progetti culturali e di salvaguardia del patrimonio. Impegnandosi in maniera graduale con delle manutenzioni che di anno in anno possano metterlo in sinergia con tutte le altre fonti culturali cittadine, come per esempio il Castello con il quale stanno succedendo cose impensabili prima, da quando è della Fondazione».

Ex Cederna

Altra questione aperta è la ex area Cederna, «una industria – spiega Facchini – di via Bellini, di fronte alla farmacia Pizzo, tra il Fersina e il centro abitato, su una parte della quale è stato ricavato un parcheggio, ma che, dove era l'edificio della fabbrica Cederna, persiste un grande buco. Un'area di privati che comunque il Comune può indirizzare nel suo futuro utilizzo poiché ha in mano le leve dello strumento urbanistico. Su quell'area, anni or sono, era stato presentato un progetto molto innovativo che prevedeva degli insediamenti commerciali come anche abitativi, contornati da spazi di verde pubblico. Oggi, ipotizziamo di poter indirizzare quell'area, strutturandola a uso sportivo, una sorta di mini palazzetto per gli sport da palestra, anche per dare spazio a quelle associazioni sportive che non ne hanno di adeguati. Tra le ipotesi al vaglio potrebbe esserci anche una piscina. È richiesto ovviamente un forte impegno all'amministrazione per individuare quelle che sono le necessità pubbliche, avviando un confronto con i privati che veda la possibilità di una perequazione urbanistica, a fronte del forte impegno economico prevedibile in questa operazione, così da ottenere spazi di verde pubblico da vivere. Per ora rimane un buco che da anni chiede di essere riempito con proposte che diventino opportunità importanti per la città».

San Cristoforo

Infine serata si è parlato di San Cristoforo e delle sue potenzialità per un rilancio turistico di Pergine, con un altro turbinio di proposte e idee, progetti di minima e di massima, a dimostrazione, se ce ne fosse stato bisogno, che di lavoro per la nuova amministrazione non ne mancherà di certo. «Ma la voglia di fare e l'entusiasmo di cominciare non ci mancano», assicura il candidato sindaco.













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