Irrigazione a goccia, appalto entro l’estate

PERGINE. Torna a far capolino il mega progetto per rinnovare l’impianto irriguo per le coltivazioni sul conoide della Marzola coinvolgendo i Cmf di Roncogno-Costasavina, Susà e Canale. Per i tre...


ROBERTO GEROLA


PERGINE. Torna a far capolino il mega progetto per rinnovare l’impianto irriguo per le coltivazioni sul conoide della Marzola coinvolgendo i Cmf di Roncogno-Costasavina, Susà e Canale. Per i tre Consorzi citati (ma anche per gli altri) è tempo di bilanci. Il primo a convocare i propri soci proprietari è stato appunto quello di Roncogno-Costasavina, presieduto da Gerardo Lazzeri. I lavori si sono svolti l’altra sera, presenti una ventina di proprietari (gli ettari sono 37). Del futuro nuovo impianto irriguo ha parlato il presidente Lazzeri, seppur a grandi linee. Anche perché alla sostituzione del metodo a pioggia con quello “a goccia” sono interessate soprattutto le coltivazioni di Costasavina più che di Roncogno. Il discorso è stato comunque affrontato.

La Provincia ha approvato il progetto (redatto dal Cmf Marzola che raggruppa i tre Cmf) ancora nel marzo dell’anno scorso, con il Comitato tecnico amministrativo a stabilire alcune condizioni che per la loro complessità hanno avuto necessità di tempo: misurazione della portata di i tutti i pozzi di acqua irrigua attraverso incarichi a professionisti e la suddivisione dell’intervento in otto lotti; poi l’acquisto dei terreni dove realizzare i bacini di raccolta acqua e procedere alla convenzione con la Provincia per l’utilizzo del vascone agli Artigianelli di Susà (ottenuto per 99 anni). Con tutta la documentazione necessaria si dovrà poi tornare al Comitato tecnico amministrativo. Si dovrebbe poter iniziare ad appaltare i lavori nel corso dell’estate. Il progetto presenta una spesa ammessa di 5.346.000 euro e di 4.525.520 euro di contributo (pari all’80%), con il rimanente a carico dei soci di ciascun Consorzio interessati all’opera irrigua. Il progetto prevedeva una spesa iniziale di 6.735.000 euro. Gli attuali impianti in esercizio risalgono a oltre 30 anni e oltre a un considerevole consumo di acqua, presentano anche uno stato di usura notevole. Ma soprattutto, l’irrigazione comporta un consumo di energia elettrica che, spesso, negli anni scorsi, aveva rappresentato un costo elevato a carico dei frutticoltori, anche perché si erano verificati lunghi periodi di siccità. Il tema emergerà evidentemente anche nelle prossime assemblee dei Cmf di Susà (presidente Mauro Bianchi) e Canale (presidente Valerio Fontanari), che avranno anche il compito di rinnovare i rispettivi direttivi.

Nel corso della serata svoltasi a Costasavina, si è provveduto anche ad approvare i bilanci consuntivo 2018 e preventivo 2019. Tra i dati, il costo dell’energia elettrica per le pompe irrigue è stato di 11.800 euro (quasi 2.000 euro in meno rispetto al 2017); i ruoli incassati sono stati di 38.400 euro (per i terreni coltivati) e di 14.800 euro (per i boschi).













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