Il “mitico Bosco” dopo 32 anni lascia la sua edicola
Levico terme. Via Dante non sarà più la stessa per moltissimi levicensi e turisti abituali che all’edicola al civico 94 ci andavano ogni giorno, non solo per comperare il giornale, ma per svariati...
Levico terme. Via Dante non sarà più la stessa per moltissimi levicensi e turisti abituali che all’edicola al civico 94 ci andavano ogni giorno, non solo per comperare il giornale, ma per svariati motivi, tra cui ricaricare il telefono, comprare un “gratta & vinci”, una marca da bollo, pagare le tasse automobilistiche, o fare un semplice fax. Dietro il bancone c’era sempre lui, da ben 32 anni coinvolto in quella attività, dalle 6 del mattino fino a sera tardi, per non parlare delle aperture notturne durante l’estate, Claudio Bosco, il “mitico Bosco” come lo chiamano ancora i suoi amici. Sempre col sorriso, decisamente accogliente, e capace di trasformare con un trucco una giornata storta in un motivo per riderci su. Con una battuta, magari censurabile in altri contesti, ha sempre trovato lo spunto per ribaltare la situazione e trovarsi dalla parte vincente, nonostante tutto.
Il grazie ai clienti
«Dopo oltre trent’anni finisce la mia avventura...» scrive Claudio su una cartolina simil Air Mail sovrastata da un «Grazie!» cubitale che in questi giorni ha distribuito agli avventori per invitarli a uno «sbicchieramento» di chiusura.
Volti nuovi
No! L’edicola non chiude! A proseguire “l’avventura” portata avanti in questi ultimi anni da Teresa Beghetto che aveva trovato in Claudio un gestore/istruttore, saranno altri poiché anche Teresa, padovana verace, sembra intenzionata a cedere la tabaccheria. Ma il clima di questo momento si accompagna bene con la colonna sonora dei Blues Brothers, e in particolare di Everybody Needs Somebody to Love, «tutti hanno bisogno di qualcuno da amare» come ha scritto Claudio nella cartolina d’invito, perché il lavoro di edicolante è tra quelli meno considerati nella filiera della stampa e informazione, «ma è il lavoro più difficile del mondo» come dice Arcadia, la mamma di Claudio che per molti anni ha affiancato il figlio nella gestione dell’impresa paterna.
Il saluto della città
A Claudio, felice e malinconico insieme, strabiliato dalla fantastica torta sulla quale campeggia una “vespetta” carica di giornali e la sua bella immagine tra tabacchi e riviste, «va riconosciuto – dice un suo ex collaboratore - l’entusiasmo imprenditoriale, il senso del dovere, e la capacità di sacrificarsi per andare incontro alle esigenze della clientela». Un valore del lavoro che ci si augura sia sempre presente tra gli esercenti levicensi. Claudio ha fatto la sua parte, al meglio, e tra i tanti tributi di stima che ora riceve gli giunga anche quello del Trentino che ha saputo e voluto mettere sempre in primo piano. F.Z.