«Dalla Panarotta spunta un panorama mai visto prima»
Il presidente dell’Asuc Pergine: «Il vento ha cambiato il volto della nostra montagna dove è in corso la conta dei danni»
PERGINE. «Sono ancora in corso sopralluoghi e lavori per aprire strade forestali. Solo dopo queste due azioni si potrà conoscere con una certa esattezza, la quantità di legname dovuta alle piante schiantatasi». Il disastroso nubifragio di fine ottobre è stato argomento aperto con Roberto Filippi, presidente Asuc Pergine. L’ente supera i confini del Comune di Pergine coinvolgendo anche una parte del territorio di Vignola Falesina. Dal vento fortissimo sono state interessate zone come il versante sud (verso la valle) della Panarotta, del Monte Orno (a valle dei Compi) del Busa Grande (con il Forte), della zona a valle della Malga Montagna Granda. Un disastro su quel versante condiviso con il confinante territorio di Frassilongo. Quest’ultimo è sicuramente il più colpito in valle dei Mocheni.
Roberto Filippi non si sbilancia sui dati. «Troppo presto - spiega -, ci sono ancora troppi tratti di strade forestali che occorre ancora liberare dalle piante specie, come si diceva, a valle della Malga Montagna Granda». Dalle sue considerazioni espresse, emergono alcune nuove realtà. Ad esempio, la Malga potrà utilizzare nuovi campi, una volta sistemate opportunamente le aree boschive “ripulite” dal vento in poche ore. Poi, nuovi panorami si sono improvvisamente aperti sulla piana perginese e viceversa come nel caso dei Compi (Brenstall) e più avanti nella località “Le Stall” collegata a Falesina dalla strada forestale che scende a Pergine. Ma anche verso la il Forte Busa Grande il panorama è modificato. La storica testimonianza della Grande Guerra è visibile ora da diverse direzioni: perfino dalla valle dell’Adige, oltre dal Compet, perché vasti squarci si sono aperti nella pineta. Fino a un mese fa, i Compi rappresentava un’isola verde, e per godersela occorreva “entrarci” anche se non più così liberamente come negli 60/70 per le proprietà recintate. Adesso, dai Compi si può vedere anche il lago di Caldonazzo: un evento epocale per la località che con novembre è diventata “pelata” e con la spiana occupata da montagne di tronchi spezzati e ramaglie.
Le strade principali sono aperte. «Ma ci sono ancora troppe strade forestali chiuse per poter effettuare una valutazione della quantità di alberi abbattuti - aggiunge Filippi -, e bisognerà lavorare in fretta perché la neve potrebbe essere alle porte. Tra l’altro, è bloccato il collegamento con la Tingherla, la forestale che corre a valle della Malga, quella che dal Compet sale al Forte Busa Grande».
Anche per l’aspetto relativo agli interventi necessari a ripulire le zone disboscate, Filippi non interviene. «Spetta evidentemente alla Provincia adottare provvedimenti comuni. Gli incontri e i tavoli di lavoro si susseguono - conclude - speriamo si faccia presto».