Al Comunale 4 serate di prosa con il “Festival Bellandi”

PERGINE. Una nuova tappa del Festival Bellandi. Domani alle 20.45 il Teatro Comunale ospiterà “Il vangelo delle beatitudini”, di e con Aida Talliente. Ne parla direttamente l’autrice: «Il discorso...


Gianluca Filippi


PERGINE. Una nuova tappa del Festival Bellandi. Domani alle 20.45 il Teatro Comunale ospiterà “Il vangelo delle beatitudini”, di e con Aida Talliente. Ne parla direttamente l’autrice: «Il discorso della montagna riportato agli uomini segna la traccia per entrare dentro un percorso di parole e storie che si interrogano sul tema della speranza, che la chiedono, che la cercano. Speranza legata agli affetti più cari, speranza davanti alla difficoltà del vivere, speranza dove non è possibile averne, speranza come augurio. Quattro momenti che mostrano volti e condizioni umane differenti per la loro storia ma legate da un discorso comune: le Beatitudini».

Premio nazionale giovani

La seconda tappa del Festival Bellandi è in programma venerdì. Alle 20.45 al Teatro Comunale andrà in scena “Il coro di Babele” di Claudio Zappalà, che ne è anche il regista. Menzione speciale al Premio nazionale giovani realtà del teatro 2018 Accademia Nico Pepe, “Il Coro di Babele” è il racconto di tante voci che tessono un’unica storia. Cinque racconti di altrettanti migranti che viaggiano nei voli low cost. È un canto melanconico e nostalgico, ma anche divertente e irriverente. È la storia di chi vive a Babele, la città simbolo di tutte le migrazioni. La storia di chi lascia una casa per cercarne un’altra.

Il Festival Bellandi proseguirà lunedì 15 aprile alle 20.45 con “Sul divano” di e con Marco Valerio Montesano, Michele Enrico Montesano, Francesco Pietrella. Il Teatro Comunale ospiterà sul suo palco la storia di due persone, un divano, il tempo che scorre e bottiglie di birra vuote. Tante bottiglie di birra vuote. Le giornate hanno un unico obiettivo: consumarne altre. Tra una birra, un litigio, e un’altra birra, l’evento più tragico che poteva succedere, succede. La birra finisce. E come i più grandi tragediografi greci ci insegnano, l’ineluttabilità degli eventi scatena irreparabilmente una catastrofe. Uscire? Neanche a parlarne. Tra momenti d’ironia e profonda riflessione, la scelta: scavare alla ricerca delle radici di questo gusto così violento oppure insabbiare tutto, aprire quella birra, berla e sprofondare, ancora, sul divano?

Quarta serata di prosa

L’appuntamento con il Festival Bellandi si rinnoverà anche martedì 16 aprile alle 20.45 con “Madame Bovary”, scritto e diretto da Luciano Colavero, con Chiara Favero. L’autore lo racconta così: «Quando immagino madame Bovary vedo una donna che ha fame, vedo una donna drogata di desiderio. La sua droga non sono gli oggetti, la sua droga è l’immagine, la visione, il sogno di ciò che non possiede. Lei vede qualcosa che non ha, lo desidera e corre. Se può permettersi di comprarlo lo compra. Se non se lo può permettere s’indebita e lo compra lo stesso. Se non può comprarlo neanche indebitandosi fino al collo si ammala di desiderio e d’invidia. Il desiderio l’avvelena, ma nello stesso tempo la rende viva. Lei vuole l’impossibile e questo la rende viva, perché i desideri realizzati sono desideri morti. Perché soltanto l’impossibile è degno di essere desiderato».













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