«Ai presidenti delle materne ora serve una tutela legale»
Il documento. I vertici delle scuole di Madrano, Susà, Ischia, Fornace, Caldonazzo, Calceranica e Barco esprimono al presidente della Federazione provinciale le perplessità sulla riapertura
Pergine. Sorpresa e smarrimento. Si apre con queste due parole la lettera che i presidenti delle scuole dell’infanzia del Circolo Alta Valsugana hanno inviato al presidente della Federazione provinciale Giuliano Baldessari nei giorni scorsi, dopo aver appreso dell’intenzione del presidente della Provincia Maurizio Fugatti di riaprire le scuole dell’infanzia e i nidi a partire dal prossimo 8 giugno fino alla fine di luglio.
«Eravamo stati messi a conoscenza degli incontri fra Provincia, Apss e Federazione per individuare alcune realtà pilota nelle quali sperimentare procedure e tecniche che fossero un punto di equilibrio fra il desiderio di riaprire le scuole dell’infanzia e la necessità di garantire la sicurezza sia del personale che dei bambini verso i quali abbiamo una responsabilità morale, civile e penale che non deve essere sottovalutata», scrivono i presidenti delle scuole di Madrano, Fornace, Susà, Caldonazzo, Calceranica, Ischia e Barco.
«L’iniziativa presa dal presidente della Provincia appare pertanto una forzatura dei tempi e una rottura della modalità di concertazione con i diversi soggetti operanti in materia: autorità sanitaria, autorità politica, soggetti gestori delle scuole rappresentate dalla Federazione, i loro tecnici pedagogici e amministrativi e organizzazioni sindacali. A noi tutti presidenti sta a cuore la riapertura delle scuole. Per queste da anni ci spendiamo, per renderle confortevoli e sicure le sedi e sempre meglio attrezzate sul piano organizzativo, tecnico, scientifico-pedagogico per assicurare sia la socializzazione sia il pieno sviluppo della personalità dei bambini. Siamo perfettamente consapevoli che la lunga lontananza dalla scuola non fa bene ai bambini e può rappresentare anche una difficoltà per i genitori».
Ma allo stesso tempo, non mancano le preoccupazioni, aggiungono i presidenti, soprattutto cogliendo le indicazioni che provengono dall’autorità sanitaria in materia di prevenzione della diffusione del contagio: «Pensando ai bambini, mentre per il lavaggio delle mani si può facilmente provvedere, non così per l’uso delle mascherine e il mantenimento della distanza. E’ spontaneo per i bambini non solo stare insieme, ma anche lavorare insieme. La scuola può assicurare che il personale, sia insegnante che ausiliario, adotti i dispositivi necessari e rispetti le condizioni per evitare di diventare soggetti trasmettitori di contagio. I bambini possono essere divisi in piccoli gruppi (numero di bambini, spazio a disposizione, e organico permettendo). Ciò senz’altro può ridurre il contagio, ma non eliminarlo».
Riflessioni che portano ad un passaggio importante, riguardante soprattutto l’assunzione di responsabilità: «Occorre che tutti i soggetti che gestiscono, utilizzano, interagiscono con la scuola, genitori compresi, siano consapevoli del margine di rischio esistente. Di più si rende necessario anche tutelare sul piano della responsabilità civile i presidenti delle scuole (che sono volontari, ndr), sia obbligando i genitori a sottoscrivere una specie di liberatoria, sia sottoscrivendo per le scuole una forma assicurativa che li tuteli».
In conclusione, i fattori da considerare sono molti e la faccenda si sta complicando. Non sarà facile dipanarla.