elezioni

Per la prima volta si vota in autunno: andremo alle urne il 25 settembre

Sarà un parlamento con il 30% in meno di rappresentanti per effetto della riforma costituzionale del 2020. Calano da 17 a 13 gli eletti in regione



ROMA. Le elezioni per la XIX legislatura della Repubblica Italiana si svolgeranno domenica 25 settembre.

La decisione è giunta dal Consiglio dei ministri che si è riunito subito dopo la firma, da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del decreto di scioglimento delle Camere.

Le date scandite dalla Costituzione, dal resto, non lasciano margini: visto lo scioglimento odierno (21 luglio) del Parlamento, il limite di 70 giorni indicato dall’articolo 61 della Carta Fondamentale obbliga a votare entro il 29 settembre.

Smentite dunque le ipotesi di anticipo o rinvio ad ottobre che si erano rincorse nelle prime ore della crisi. Si andrà avanti, nonostante i tempi strettissimi per la campagna elettorale che a questo punto si svolgerà tutta nella stagione estiva.

Saranno due Camere inedite, quelle che si riuniranno dopo il voto, con circa il 30% dei parlamentari in meno. La riforma costituzionale varata nel 2020 dopo il referendum e su proposta iniziale del pentastellato trentino Riccardo Fraccaro, all'epoca sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha infatti ridotto da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori eletti, ai quali si aggiungeranno i cinque senatori a vita.

La riforma costituzionale peserà sul funzionamento degli organi delle Camere, in particolare il Senato: già dalla prossima settimana l'Aula di Palazzo Madama ridurrà infatti il numero delle Commissioni permanenti da 14 a 10 accorpandone alcune (Esteri e Difesa, Ambiente e Lavori Pubblici, Industria e Agricoltura, Lavoro e Sanità). Tuttavia il calo del numero di senatori per i gruppi medio-piccoli impedirà una loro specializzazione e imporrà un maggior ricorso ai tecnici esterni e ai legislativi dei ministeri. L'altro problema riguarda le Commissioni e gli Organi Bicamerali, come Copasir, Vigilanza Rai, Antimafia, che non dovranno sovrapporsi ai lavori delle Commissioni permanenti di Camera e Senato: il rischio è il blocco dei lavori a causa del mancato numero legale.













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