Sfalci d’erba programmati contro la cimice asiatica
Il vademecum. Lo ha stilato la Fondazione Mach, che consiglia di evitare il periodo tra giugno e metà settembre, quando il taglio produrrebbe una migrazione del parassita verso i frutteti
Val di non. In attesa della vespa samurai che verrà liberata in siti predeterminati della valle, la lotta alla terribile cimice asiatica oltre che dagli interventi fitosanitari passa anche attraverso il controllo e i tempi dello sfalcio dell’erba nei frutteti, giardini, cigli stradali, rampe, ecc. Se ne parla in un documento del Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach che ha studiato la relazione tra la diffusione dell’insetto nei frutteti e i tempi di taglio dell’erba, stilando poi un apposito vademecum che riassume una serie di comportamenti consigliati in funzione anti-cimice.
La cimice asiatica è una specie invasiva molto prolifica in quanto priva di limitatori naturali autoctoni ed estremamente polifaga perché è in grado di nutrirsi su più di 400 specie vegetali sia coltivate che ornamentali e spontanee. Tra le specie erbacee che comunemente sono presenti negli areali frutti-viticoli su cui è in grado di nutrirsi ci sono anche Echinochloa crus-galli (giavone), Amaranthus spp. (amaranto), Chenopodium spp. (farinello), Urtica spp. (ortica). “Il contenimento della diffusione della cimice asiatica nei frutteti passa quindi anche dalla corretta gestione dello sfalcio dell’erba, ed in particolare modo nelle aree limitrofe ai frutteti ed ai vigneti dove l’insetto può trovare nutrimento, riparo e protezione” - ricorda il vademecum.
Già il Piano di Azione provinciale per il contrasto all’insetto approvato lo scorso novembre prevedeva il coinvolgimento di tutti gli enti che sovrintendono alla gestione dell’erba fuori del contesto agricolo, per fare in modo che gli interventi di sfalcio fossero eseguiti in modo da mitigare l’effetto di migrazione della cimice asiatica verso le aree coltivate. Le aree interessate, lo ricordiamo, sono quelle lungo l’asta dell’Adige, la Valsugana, la Valle del Sarca e la Valle di Non almeno fino a 700 metri di quota. Secondo il vademecum della FEM gli sfalci dovrebbero essere eseguiti in 3 momenti ben distinti e con modalità specifiche. Un primo periodo entro la fine di maggio in cui possono essere effettuati “tranquillamente” e liberamente. In questa fase la cimice asiatica, sulla base dei monitoraggi 2018 e 2019, predilige piante arbustive ed arboree, spontanee e coltivate, che sviluppano frutti dove trovano nutrimento e riparo. Nel periodo compreso tra giugno e metà settembre invece è preferibile evitare gli sfalci, perché produrrebbero una migrazione della cimice asiatica nei frutteti con danni seri e spesso devastanti. Una buona pratica in questa fase – secondo il vademecum – sarebbe mantenere l’erba ad una altezza contenuta come ad esempio accade nei parchi pubblici. Dopo metà settembre l’incidenza di eventuali sfalci dell’erba non determina un aumento significativo dei danni in quanto inizia l’attività di aggregazione della cimice asiatica verso i luoghi di svernamento (seppur la presenza in campo si protragga anche per tutto il mese di ottobre).