«Senza fibra perdiamo il treno» 

La protesta. Giovanni Coletti della Fondazione Trentina per l’Autismo attende da un anno e mezzo il collegamento, peraltro già presente a Dermulo. Intanto a Casa Sebastiano parte un corso di formazione con iscritti da tutta Italia



COREDO. La formazione a Casa Sebastiano entra nel solco dell’innovazione dell’Istituto Superiore di Sanità. Al corso “L’adattamento all’ambiente nei disturbi dello spettro autistico: regolazione emotiva, comunicazione e strategie”, ci sono ben 48 iscritti -anche da fuori regione-, che frequenteranno il percorso formativo organizzato dalla Fondazione Trentina per l’Autismo in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento. Si tratta di educatori professionali, psicologi, logopedisti, terapisti della riabilitazione psichiatrica, terapisti della neuro e psico-motricità, pedagogisti, operatori socio-sanitari, insegnanti: tante professionalità che a diverso titolo si occupano di persone con autismo nelle diverse fasce di età. Segno che cresce la cognizione che i disturbi dello spettro autistico sono una condizione che ha bisogno di operatori specializzati in possesso di formazione e competenze specifiche.

Le diagnosi di autismo sono in aumento: lo studio di prevalenza dell’Istituto Superiore di Sanità, il primo studio italiano che ha preso in esame le certificazioni degli uffici scolastici regionali dei bambini di 7-9 anni, ha somministrato circa 13 mila questionari nelle zone di Lecco, Monza e Brianza, Roma e provincia, Palermo e provincia. Ne è emerso un dato rilevante: la prevalenza del disturbo nelle tre aree è di 1.35 ogni 100 bambini. L’autismo si configura, quindi, come “una problematica seria”, tanto che è stato istituito un Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, finanziato dal Ministero della Salute e diretto dalla dottoressa Maria Luisa Scattoni, che è anche membro del Comitato scientifico della Fondazione Trentina per l’Autismo.

«Attualmente l’ISS sta elaborando nuove linee guida di indirizzo sanitario e verranno rivisti anche i percorsi di formazione. Peccato che Casa Sebastiano, a causa del mancato collegamento alla fibra ottica, non possa dare il contributo che potrebbe e saprebbe dare a causa di un problema quasi da Terzo Mondo» - afferma con rammarico il presidente della Fondazione, Giovanni Coletti. Una mancanza (il collegamento veloce) che ha costretto la Fondazione a dirottare a Rovereto le cinque figure professionali previste per il Centro ricerca che era inizialmente previsto a Casa Sebastiano. «La mia protesta di un anno e mezzo fa (Trentino del 7 dicembre 2017) per il mancato collegamento con la fibra ottica (che transita a Dermulo a circa 2 km in linea d’aria da Coredo) finora non è servita a nulla, ma le opportunità si colgono quando ci sono, dopo è tardi! Dispiace perché il Comune di Predaia e più in generale la valle, tranne poche eccezioni, con questa carenza di collegamenti stanno perdendo il treno» - spiega Coletti. E conclude: «Il 26 febbraio 2016, quando è stato inaugurato il collegamento con la fibra ottica all’area produttiva di Mollaro, l’allora assessore provinciale Gilmozzi con il presidente e ad di Trentino Network Alessandro Zorer, alla presenza anche del sindaco di Predaia Paolo Forno, avevano garantito che il collegamento entro pochi mesi sarebbe giunto anche a Coredo. Sono passati tre anni, il mondo corre e non è successo nulla. E le opportunità se ne vanno». G.E.















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