Seminarista congedato il malcontento dei fedeli 

L’aspirante prete, originario della Bassa Val di Non, ha aiutato il parroco di zona  Lettera di protesta: «Decisione incomprensibile vista la penuria di vocazioni» 



BASSA VAL DI NON. Era arrivato quasi al termine del percorso di formazione a sacerdote in seminario, ma poi, quando ormai sembrava prossimo all’ordinazione, è stato “congedato” e rispedito a casa. Questa in estrema sintesi la vicenda di un chierico (o meglio “ex” chierico, visto come si stanno mettendo le cose) originario della Bassa valle di Non, che per due anni, nei fine settimana, era stato presente nelle varie comunità della zona per aiutare il parroco ed i vari sacerdoti, servendo messa e occupandosi anche della catechesi. Poi basta, perché poco prima di Natale, a detta di alcuni dei promotori della protesta per il suo “congedo” sfociata in una lettera aperta, il giovane seminarista era stato rispedito a casa destando non poca sorpresa tra i fedeli. Una scelta che a molti appare incomprensibile, vista oltretutto la penuria di preti (e di vocazioni) con cui da anni pure la chiesa trentina deve fare i conti.

Ma ecco il testo della lettera che riporta in calce decine di firme raccolte con il passaparola nei vari centri abitati della Bassa valle di Non e dell’Altipiano della Paganella.

«Siamo fedeli dell’Unità Pastorale “Cristo Salvatore” (Bassa valle di Non, decanato di Mezzolombardo) ed abbiamo saputo della fine del percorso verso il sacerdozio di E.C., un seminarista che ha trascorso molto tempo nelle Parrocchie della nostra Unità Pastorale. Ci colpisce il fatto che non è una decisione sua, ma che gli viene imposta. Questo ci sorprende ed è per noi incomprensibile. Il giovane seminarista, da come lo abbiamo conosciuto, ha sempre dimostrato una fede ed una vocazione fortissima. Da noi è stato molto apprezzato e tutti gli hanno voluto bene per il suo impegno, per il suo stile, per le sue capacità e per la vicinanza ai nostri ragazzi e agli anziani. Ci ha tramesso la gioia e la speranza, che per noi era certezza, della sua Ordinazione che sapevamo ormai vicina, avendolo spesso seguito anche dopo che aveva lasciato i nostri paesi per la Vallagarina. Il seminarista è comunque tornato di frequente nella nostra zona per incontrare persone, soprattutto alcuni nelle difficoltà e nella malattia. Ci chiediamo cosa sia avvenuto e manifestiamo grande dispiacere e tristezza pregando perché un dono così bello non vada sprecato. Non da ultimo, questa situazione potrebbe scoraggiare altri giovani dall'intraprendere la strada del sacerdozio già di per sé carica di sacrificio e difficoltà».













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