Riaperto il dh oncologico «Il calvario è finito» 

Servizi sanitari. Lunedì all’ospedale Valli del Noce sono tornati i pazienti che per 40 giorni sono stati costretti alle trasferte a Trento. La soddisfazione di Gianfranco Zanotelli 


Giacomo Eccher


Cles. Lunedì, come annunciato, ha riaperto i battenti il day hospital oncologico dell’ospedale Valli del Noce. Soddisfazione e sospiro di sollievo per i tanti pazienti che in questi quaranta giorni per le cure dovevano sobbarcarsi un pesante viaggio fino al capoluogo, con attese che hanno reso ancora più complicato e carico di sofferenze un percorso di cure già pesante di suo.

«Lunedì ore 11, sono sul corridoio del reparto di oncologia dell'ospedale Valli del Noce. Saluto il medico e le infermiere e con lo sguardo vedo le stanze occupate da molti pazienti, dopo la chiusura del 30 novembre scorso. Un'emozione e una soddisfazione forti. Grazie indistintamente a chi, a vario titolo, ha permesso e/o sollecitato la riapertura di questo reparto, chiuso all'improvviso e per motivazioni non meglio specificate e giustificabili, sostenendomi con convinzione e determinazione nella mia battaglia pacifica che non ho intrapreso soltanto per me ma per le persone più umili e disagiate» - commenta Gianfranco Zanotelli, uno dei pazienti del DH che pubblicamente e con coraggio aveva sollevato il problema (vedi il Trentino del 4 dicembre 2020), peraltro incontrando subito grande solidarietà non solo tra i pazienti ma anche tra i sindaci delle due valli, che si erano mobilitati incontrando i vertici di Provincia ed Azienda sanitaria.

Lo sua soddisfazione per la riapertura Zanotelli l’ha espressa davanti all’ospedale esibendo un cartello che riassume le tappe del calvario che i pazienti oncologici nonesi e solandri hanno dovuto sopportare in questi 40 lunghi giorni di trasferte obbligata a Trento per le cure. «L’idea del cartello è mia ma il disegno è di Riccardo Bertolla, un amico originario di Rumo che è del mestiere e che attualmente, causa pandemia, è tornato in valle ed opera in smart working per lo studio di Padova per cui lavora» - precisa Zanotelli.

Ora le cose sembrano essere tornare a posto, la vita ha ripreso a scorrere nel reparto con un barlume di speranza in più seppure nella sofferenza anche psicologica oltre che fisica che accompagna sempre chi si trova a dovere combattere contro il male del secolo.

La speranza porta il volto di un medico particolarmente esperto ed anche carismatico grazie alla sua lunga storia, quello del dottor Claudio Graiff. Nativo di Bolzano ma di famiglia di chiare origini nonese (Romeno) il dottor Graiff ha svolto gran parte della sua missione in corsia all’ospedale San Maurizio di Bolzano diventando il primo primario della Divisione oncologia del principale nosocomio altoatesino.

Per la riapertura del DH come detto si erano mossi la consigliere del Patt, la clesiana Paola Demagri, ed sindaci delle valli di Non e di Sole che hanno congiuntamente sottoscritto, senza distinzione di vallata (ed è cosa più unica che rara) un documento comune consegnato ai vertici di Provincia ed Azienda Sanitaria. Il documento era stato presentato pubblicamente dal commissario della Comunità Valle di Sole, Guido Redolfi, dal presidente della Conferenza dei sindaci della valle di Non, Martin Slaifer Ziller, e da Ruggero Mucchi primo cittadino di Cles, comune capoluogo che non solo ospita sul proprio territorio l’ospedale ma che tempo si sta battendo per completarne l’efficientamento ‘vero’ con dotazioni e personale dopo gli importanti investimenti fatti negli anni scorsi dall’Azienda sanitaria provinciale.













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