L’Alta Anaunia pretende i “suoi” 1,2 milioni di euro 

L’Unione impugna l’atto con cui la Conferenza dei sindaci ha deciso di destinare al ponte tibetano tra Fondo e Castelfondo i soldi del fondo strategico territoriale



VAL DI NON. Il 12 settembre a San Romedio il consiglio della Comunità di valle dovrebbe dare il via libera al piano di finanziamento definitivo dell’accordo di programma per lo sviluppo locale e la coesione territoriale della valle di Non. Ma l’Unione Alta Anaunia non ci sta e annuncia l’intenzione di impugnare il provvedimento che mercoledì scorso è stato approvato a maggioranza dalla Conferenza dei sindaci della valle con quattro contrari (i tre comuni dell’Unione, Cavareno, Romeno e Ronzone più Ruffré Mendola) e un astenuto (Rumo).

«Motivi di metodo e di merito» - ha detto ieri il sindaco di Romeno (che è anche presidente dell’Unione) Luca Fattor in una conferenza stampa a Cavareno con i colleghi Stefano Endrizzi (Ronzone) e Donato Seppi (Ruffré Mendola).

Obiezioni che vengono da lontano fin dai primi passi dell’iter avviato dalla Cdv sul fondo strategico che in origine destinava all’Alta valle di Non, nel suo complesso, la quota parte di 1,2 milioni. «Quella cifra, con l’assenso di tutti i nove comuni dell’Alta valle di Non, volevamo destinarla come quota parte della somma che avrebbe consentito al Comune di Romeno di esercitare la prelazione su Castel Malgolo (poi finito in mani private per 1,6 milioni), ma l’operazione è saltata per il no della Provincia».

A quel punto è stato necessario dirottarsi su un’altra opera di zona con tre proposte sul tavolo: l’ampliamento di altre 9 buche del golf di Sarnonico per portarlo da 18 a 27; la valorizzazione della Mendola/Penegal e il ponte tibetano tra Castelfondo e Fondo) proposto dal sindaco di Castelfondo Piazzi. Ai voti con 5 preferenze il ponte tibetano ha prevalso sull’ampliamento del golf (4 voti, i comuni di Romeno, Cavareno, Ronzone e Ruffré). «Questa è l’origine di tutta la vicenda con la beffa che adesso, nel riparto definitivo del fondo strategico a livello di zona, il ponte tibetano è lievitato a 2,2 milioni di euro, un milione in più di quando l’opera è stata scelta a maggioranza risicata dai comuni dell’alta valle».

Va detto che l’idea del ponte tibetano non è mai stata digerita dei quattro comuni che ora minacciano il ricorso. Ma nemmeno a quanto pare dall’Apt valle di Non, interpellata dalla Comunità di valle per valutare il possibile indotto turistico delle opere finanziate dal fondo strategico. «A proposito del ponte tibetano – spiega il sindaco Endrizzi esibendo il documento - l’Azienda turistica aveva escluso un possibile nuovo sviluppo turistico per la valle legato a questo intervento, ma nonostante questo la Cdv ha deciso di andare avanti ignorando la volontà di quasi metà della popolazione altoanauniese che puntava ad investimenti più utili per l’economia del territorio». «Appunto l’ampliamento del campo da golf o anche la valorizzazione del Passo Mendola su cui transitano ogni anno almeno 2 milioni di turisti che salgono al Sudtirolo e non c’è nulla per trattenerli» - ha aggiunto il collega di Ruffré Donato Seppi.

Seppi ha poi introdotto un altro elemento per motivare il ricorso con la delibera che finanzia il fondo strategico, il “raffazzonato” provvedimento della Provincia di Trento che ha cambiato le carte in tavola prevedendo per la validità dell’accordo di programma non più l’unanimità come prevede la legge Regione sui Comuni, ma la semplice maggioranza. «Se è così – conclude Fattor - ci diano la “nostra” parte di fondo strategico che come aveva enunciato al Cdv, è territoriale, quindi del territorio. In soldoni 1,2 milioni di euro. I nostri 4 comuni rappresentano la metà dell’Alta valle di Non con 3.400 residenti: quei soldi ci spettano, perché anche Cavareno e Romeno hanno contribuito a formare l’iniziale fondo di solidarietà in valle di Non». (g.e.)

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