Il muro della solitudine abbattuto dai liceali del Russell
Coredo. Venti studenti del Liceo Russell di Cles, capaci di “abbattere il muro della solitudine”, hanno dato vita a partire dalla scorsa estate al progetto “La Banca del tempo sociale”, avvicinandosi...
Coredo. Venti studenti del Liceo Russell di Cles, capaci di “abbattere il muro della solitudine”, hanno dato vita a partire dalla scorsa estate al progetto “La Banca del tempo sociale”, avvicinandosi agli utenti del centro per Disturbi dello spettro autistico “Casa Sebastiano”. Lunedì pomeriggio la struttura di Coredo ha fatto da cornice a un momento di ringraziamento che ha visto protagonisti, oltre agli studenti e agli ospiti, anche il presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo Giovanni Coletti e la responsabile del progetto Ilaria Ferrarolli. L’incontro è stata anche l’occasione per conferire a Eleonora Franch e Mirco Zanotelli, i due studenti che si sono maggiormente distinti, una borsa di studio del valore di mille euro offerta dalla Fondazione “I Bambini delle Fate”.
La Banca del Tempo Sociale è stata un’opportunità unica di formazione che ha permesso ai ragazzi di conoscersi e capire interessi reciproci e modalità di comunicazione alternative, al fine di creare veri rapporti di amicizia. Condividere momenti di quotidianità come cucinare, lo shopping al centro commerciale, uscite in montagna o una merenda tutti insieme all’aria aperta, ha fatto superare con naturalezza l’invisibile barriera che tiene la persona con disabilità a distanza, se non per diffidenza anche solo per paura di non sapere come comportarsi o sbagliare. Questo ha permesso ai ragazzi con autismo e disabilità di confrontarsi con i loro coetanei, sicuramente più vicini, rispetto a un adulto, al mondo adolescenziale.
I giovani coinvolti parlano delle loro esperienze con entusiasmo. Aurora dice che «tornare dai ragazzi di Casa Sebastiano, ormai, è come tornare a casa», Mirco è invece colpito dal fatto che ciò che trasmettono i ragazzi con autismo inconsapevolmente è più di quanto ci si possa aspettare: «Ho imparato a dare valore a un sorriso e a ogni piccolo gesto – racconta –. È un’esperienza che farei altre mille volte, che mi sta facendo crescere». All’inizio di questa iniziativa Eleonora si chiedeva: «La mia presenza può essere davvero d’aiuto?». Ora ha capito che l’amicizia che si è creata regala momenti felici ai ragazzi con autismo, ma anche a lei. Pure Richard, uno dei ragazzi autistici, è felice della presenza dei nuovi amici: «Sono stato contento di conoscere ragazzi della mia età. Mi è piaciuto andare al lago, fare i biscotti, ascoltare musica al computer, giocare in palestra. Mi sono sempre trovato bene con loro, sono simpatici e gentili. Mi piacerebbe mantenere questi momenti di incontro». F.B.