Il disastro del Cermis raccontato da Cagol
Taio. Sono in prevendita agli sportelli delle Casse Rurali i biglietti per il monologo di Mario Cagol “Ciò che non si può dire”, regia di Mirko Corradini e le musiche originali e suonate live da...
Taio. Sono in prevendita agli sportelli delle Casse Rurali i biglietti per il monologo di Mario Cagol “Ciò che non si può dire”, regia di Mirko Corradini e le musiche originali e suonate live da Alessio Zeni, spettacolo in cartellone al teatro comunale di Predaia (polo scolastico di Taio) sabato alle 21.
Il monologo, proposto nell’ambito della rassegna teatrale “S’apra il sipario” dai Comuni di Cles, Predaia e Sarnonico, è tratto dal libro “Ciò che non si può dire. Il racconto del Cermis” di Pino Loperfido, testo già messo in scena 17 anni fa da Andrea Castelli, che si arricchisce però di nuovi particolari e che viene interpretato differentemente nella nuova produzione. «“Ciò che non si può dire” è la riproposizione di un disastro che ancora oggi, a vent’anni di distanza, urla vendetta al cielo e ci conferma – se mai ce ne fosse ancora bisogno, quanto gli esseri umani siano spesso vuote pedine in mano al potere più cieco e prepotente»- si legge nella presentazione della serata.
Lo spettacolo si rifà alla strage del Cermis del 3 febbraio 1998, quando un aereo Prowler della base militare Usa di Aviano trancia i cavi della funivia del Cermis. Una cabina precipita nel vuoto causando la morte di tutte le venti persone che vi erano a bordo. In questo monologo il racconto è affidato a un protagonista, Francesco, il manovratore della cabina che saliva verso la stazione intermedia, che restò appeso nel vuoto per un tempo indefinito, prima che un elicottero riuscisse a portarlo a terra. Quest’uomo solo, nella cabina vuota, con la morte che gli passa vicino, diventa il paradigma della solitudine umana. Del fatto che le persone pensano talmente poco al loro destino e quando lo fanno è perché sentono di esserci arrivati di fronte, di averci sbattuto il naso sopra. A quel punto non c’è più tempo per fare né dire niente.
Ad interpretare Francesco sarà appunto Mario Cagol, che siamo abituati a vedere in vesti comiche. Immergersi nel teatro civile è per lui «l'opportunità di rendere omaggio, di continuare a ricordare, mantenere vivo questo terribile atto di ingiustizia, non dimenticare e se possibile raccontare ancora». Ingresso intero 10 euro, ridotto (dai 14 ai 24 anni e gli over 65) 5 e 3 per gli under 14. G.E.