Castel Belasi apre le porte anche ai promessi sposi 

La decisione del Comune. Dopo 20 anni di restauri, il maniero di Campodenno viene offerto per eventi culturali, feste e ora anche matrimoni e unioni civili. Già arrivate le prime richieste 


Fabrizio Brida


Campodenno. Celebrare il proprio giorno speciale in un luogo ricco di fascino, cultura e bellezza, circondati da un anfiteatro naturale mozzafiato. Per custodire nel cuore momenti indimenticabili.

Castel Belasi, che quest’estate ha riaperto le porte al pubblico dopo quasi vent’anni di restauri, sta per accogliere nelle proprie sale e nei propri spazi anche la celebrazione di matrimoni e unioni civili.

Oltre che nell’ufficio del sindaco e nella sala delle adunanze del consiglio comunale, è ora possibile sposarsi anche nella sala di rappresentanza (ex stube) e in quella intitolata a Giuseppe Negri, entrambe al quarto piano dello splendido castello immerso tra i meleti.

Il Comune di Campodenno ha deciso quindi di ampliare la possibilità di scelta per il proprio matrimonio, inglobando nella proposta un edificio suggestivo che richiama peculiarità culturali, usi, costumi e tradizioni della popolazione di Campodenno, valorizzando così il patrimonio storico, architettonico e paesaggistico. A guadagnarne sarà anche l’economia locale, che potrà accrescere la propria capacità di attrazione sui flussi turistici.

È naturalmente soddisfatto di poter offrire questa nuova opportunità il sindaco di Campodenno Daniele Biada. «Si tratta di un primo passo nel percorso di riqualificazione del castello, per tornare a farlo vivere – spiega il primo cittadino –. La celebrazione di matrimoni, affiancata a mostre e altre attività in corso di studio, sarà fondamentale anche per rientrare delle spese di gestione».

In Comune sono già arrivate le prime richieste per matrimoni civili, che saranno ora valutate e gestite. Ma sono anche in corso in questo periodo dei confronti con Provincia e Apt della Val di Non per la programmazione del futuro. «Stiamo ragionando sulle possibilità di gestione, che dovrà essere partecipata oppure extracomunale, con il Comune che si riserverà comunque l’uso del castello quando lo riterrà opportuno – rivela Biada –. Stiamo infine formalizzando un regolamento per altri tipi di eventi, come feste da parte di associazioni o servizi fotografici».













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