Anche Ruffré Mendola ricorre al capo dello Stato
È il quarto Comune dell’Alta Val di Non a contestare la scelta della Comunità riguardo al Fondo strategico, contro il ponte tibetano da 2,2 milioni di euro
VAL DI NON. Non c’è pace per il Fondo strategico della valle di Non: dopo Ronzone, Romeno e Cavareno, anche Ruffré Mendola ha scelto la via del ricorso straordinario al Capo dello Stato per stoppare la delibera adottata lo scorso 12 settembre a San Romedio dal Consiglio della Comunità della valle di Non previo il via libera a stragrande maggioranza dei comuni della valle.
Ad avviare la serie di ricorsi era stato lo scorso 18 ottobre il Comune di Romeno con la richiesta di un parere legale di verifica della legittimità dei provvedimenti assunti dalla Comunità della Val di Non e per gli accertamenti della sussistenza di eventuali motivi di ricorso all’autorità giudiziaria competente. Destinatario del ricorso – definito legittimo e motivato dal consulente avvocato Damiano Florenzano di Trento - inizialmente sembrava essere il Tar poi la scelta è stata dirottata sul ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. La contestazione riguarda le modalità di approvazione del Fondo per legittimare il quale non serve più, come inizialmente era stato previsto, l’unanimità dei comuni sottoscrittori del fondo stesso, ma la sola maggioranza delle amministrazioni del territorio di riferimento purché rappresentativi della metà più uno della popolazione residente nell’ambito considerata.
Condizioni più che rispettate dalla delibera della Comunità di Valle (che aveva ottenuto il via libera di oltre 20 comuni contro 4 contrari ed uno astenuto) ma mai digerite da Romeno, Cavareno, Ruffré Mendola e Ronzone che puntavano, per l’Alta valle, ad in investimento strategico diverso da quello votato a maggioranza dagli altri 5 comuni dell’Alta Anaunia. “La delibera del 12 settembre della Comunità di Valle oltre che non condivisibile per l’iter di formazione è lesiva degli interessi della comunità di Romeno in quanto anche il Comune di Romeno concorre alla costituzione del fondo che viene utilizzato su opere non condivise e non a vantaggio della Comunità di Ruffré-Mendola” - recita la delibera proposta dal sindaco Donato Seppi e votata all’unanimità dal consiglio comunale, che ha contestualmente stanziato 3.334 euro per le spese legali.
Per onore di cronaca, quando circa due anni fa era emersa la disponibilità di finanziare, sul fondo strategico della valle di Non, un’unica opera pubblica da scegliere per l’Alta Anaunia, i comuni di Fondo, Castelfondo, Malosco, Sarnonico e Don Amblar avevano individuato il ponte tibetano tra Fondo e Castelfondo, mentre Romeno, Cavareno, Ronzone e Ruffré Mendola avevano indicato altre priorità come l’ampliamento del campo da golf di Sarnonico dalle attuali 18 alle 27 buche (con la nuove 9 buche da realizzare su territorio di Romeno) o il rilancio del Passo Mendola, la nobile decaduta del turismo dell’Alta Anaunia. La Comunità di Valle e quindi anche la conferenza dei sindaci alla fine avevano accolto la scelta del ponte che figura infatti tra le opere del Fondo strategico con una previsione di spesa di 2,2 milioni di euro, uno in più rispetto alla stima inizialmente contenuta nella proposta avanzata dal sindaco di Castelfondo Oscar Piazzi. Adesso gli occhi sono puntati sul Quirinale.