New Space Economy: in arrivo decine di satelliti per “capire” il clima
Per il fisico Roberto Battiston, dell'università di Trento, "lo spazio è un acceleratore importante verso il problema dei cambiamenti climatici"
TRENTO. Dopo i 15 satelliti già all'opera per raccogliere dati sul clima, altri 39 sono in via di sviluppo e altri 18 in fase di progettazione in Europa e l'obiettivo è fornire dati utili a capire i cambiamenti climatici in atto, così come quelli che riguardano ghiacciai e livello dei mari.
Lo ha detto oggi a Roma Simonetta Cheli, che dal primo gennaio sarà a capo dei programmi di Osservazione della Terra dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), nel convegno sulla New Space Economy, Nse ExpoForum, organizzato da Fondazione Amaldi e Fiera Roma con il patrocinio dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
Per il fisico Roberto Battiston, dell'università di Trento, "lo spazio è un acceleratore importante verso il problema dei cambiamenti climatici".
I dati dei satelliti sono infatti fondamentali in quanto "come una reazione a catena, il cambiamento climatico alimenta una serie di altre sfide di alto livello: dalla sicurezza alimentare alle migrazioni, alla perdita di biodiversità, alla lotta per le risorse, ai rischi per la salute umana, perdite economiche e minacce alla pace sociale".
Per questo, ha aggiunto, "dobbiamo agire ora e utilizzare appieno l'enorme potenziale non ancora sfruttato dello spazio per fare la differenza, sviluppando e portando il suo contributo alle sfide globali al massimo livello"
Del valore dei dati dei satelliti ha parlato anche Maria Fabrizia Buongiorno, presidente di e-Geos (Leonardo-Telespazio e Asi): "dai grandi satelliti, alle costellazioni di piccoli satelliti, sia da programmi governativi che da privati, assieme a strumenti sempre più avanzati sulla Terra: tutto questo servirà per monitorare la situazione e intervenire".