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Meno nati e meno matrimoni, ma si studia di più: ecco la fotografia del Trentino 2020

L’annuario statistico è segnato sotto tutti gli aspetti dalla pandemia sia per i decessi (sono stati il 28,6% in più rispetto allo scorso anno) che per l’economia 



TRENTO. Un anno segnato profondamente - e non poteva essere altrimenti - dal Coronavirus. E' il 2020 in Trentino fotografato dall'edizione numero 39 dell'Annuario Statistico realizzato dall'Istituto provinciale di statistica (Ispat).

Un anno, si legge nella presentazione della pubblicazione di 750 pagine, difficile da descrivere attraverso i dati statistici "perché molti dati risultano incompleti o sono disponibili con notevole ritardo a causa della parziale interruzione dell’attività di raccolta dei dati durante il periodo di lockdown. In secondo luogo perché molti dati risultano anomali, con variazioni di eccezionale entità, che non riflettono l’evoluzione dei fenomeni economici e sociali ma sono la conseguenza delle varie misure introdotte dai Governi per arginare la diffusione della pandemia".

La ecco la fotografia del Trentino 2020.

POPOLAZIONE.  Si registra un calo nel 2020. Al 31 dicembre del 2020 infatti la popolazione residente in Trentino ammonta a 542.166 abitanti, distribuiti in 166 Comuni, con un decremento assoluto rispetto al 31 dicembre 2019 di 3.259 unità, equivalente ad un decremento relativo del 6 per mille.

L'anno scorso sono calate le nascite, ferme a 4.048 unità, 191 in meno rispetto all’anno precedente, il livello più basso dal 1991.

Il tasso di natalità si attesta a 7,4 nati per mille abitanti, inferiore a quello dell’anno precedente (7,8 per mille), ma superiore rispetto alla media nazionale (6,8 per mille).

Il numero dei morti ammonta a 6.526 unità, 1.452 in più rispetto all’anno precedente con un incremento del 28,6%. Il saldo naturale (differenza tra nascite e decessi) si presenta con segno nettamente negativo (-2.478 unità).

STRANIERI. Gli stranieri residenti in Trentino al 31 dicembre 2020 sono 49.265, 2.258 in più rispetto al 2019 (+4,8%) e costituiscono il 9,1% della popolazione residente totale (8,8% nel 2019).

La provincia di Trento presenta un’incidenza degli stranieri sul totale della popolazione leggermente superiore alla media nazionale e inferiore alla ripartizione del Nord-est: in Italia gli stranieri sono l'8,7% della popolazione residente e nella ripartizione Nord orientale l’11,2%.

La maggior parte degli stranieri residenti sono cittadini europei: nel dettaglio, il 30,5% sono dell'Europa centro-orientale e il 30,8% dell'Unione Europea. Le donne straniere sono il 53,3% degli stranieri totali. Le donne risultano nettamente in prevalenza tra i cittadini, dell’Ucraina (74,7%), della Polonia (70,5%), del Brasile (66,9%) e della Moldova (66,0%).

Gli uomini sono in chiara maggioranza fra gli stranieri provenienti dal Bangladesh (71,1%), del Senegal (70,3%), del Pakistan (62,2%) e della Tunisia (57,1%).

Il progressivo invecchiamento anche della componente straniera è ben rappresentato dal fatto che nel 2020 il 6,1% della popolazione ha 65 anni e oltre mentre solo 5 anni prima questa quota era pari al 4%. Conseguenza dell’invecchiamento della popolazione residente è l’aumento dell’età media della stessa, che è passata dai 38 anni del 1986 ai 45,0 anni del 2020 (44,9 anni nel 2019), con una significativa differenza per genere: 43,6 anni per i maschi e 46,3 anni per le femmine.

FAMIGLIE E MATRIMONI. In costante crescita risulta il numero delle famiglie. La popolazione trentina nel 2019 è suddivisa in 238.029 famiglie (1.409 in più rispetto all’anno precedente), con un numero medio di componenti per famiglia di poco inferiore ai 2,3; nel 1951 tale valore era pari a 3,9.

Circa il 33% delle famiglie è costituito da coppie con figli mentre il 22% sono coppie senza figli. Il 10% delle famiglie sono formate da un solo genitore con figli mentre i single (giovani o anziani) sono il 35% delle famiglie trentine.

Nell’ultimo decennio si è ridotta l’incidenza delle coppie, con o senza figli, mentre è aumentata l’incidenza delle famiglie monogenitoriali e soprattutto dei single.

Continua il calo della nuzialità. I matrimoni celebrati nel corso dell’anno sono stati 1.388 (124 in meno rispetto all’anno precedente). Si tratta del valore più basso dal 1995; negli anni Novanta se ne celebravano circa 2.500 all’anno. Il tasso di nuzialità (numero di matrimoni per 1.000 abitanti residenti) nel 2019 risulta pari al 2,5 per mille, ad un livello inferiore a quello dell’anno precedente (2,8 per 1.000 abitanti residenti).

Nell’arco di 20 anni il tasso di nuzialità in Trentino si è dimezzato. A livello nazionale il tasso di nuzialità nel 2019 risulta pari al 3,1 per mille.

La distribuzione dei matrimoni per rito è cambiata radicalmente nel tempo. In Trentino nel 2019, confermando quanto avviene dal 2010, i matrimoni civili superano quelli religiosi: il 64,8% dei matrimoni si sono infatti celebrati in municipio, mentre all’inizio degli anni Ottanta questa percentuale era poco più del 10%. A livello nazionale il rito civile incide per il 53% circa.

Nel 2019 si innalza ancora l’età media delle spose al primo matrimonio: è pari a 33,3 anni rispetto ai 33,2 del 2018 e i 32,9 anni del 2017. Per i maschi si registra, invece, un leggero decremento, passando dai 36,5 anni del 2018 ai 36,4 del 2019, in un contesto, comunque, di crescita quasi costante. A metà degli anni Novanta la stessa risultava pari a 27 anni per la sposa e a 30 anni per lo sposo.

Dei 1.388 matrimoni contratti nel 2019, il 19,2% (pari a 267) sono matrimoni misti o con entrambi i coniugi stranieri (erano stati il 15,6% nel 2018); sono quasi esclusivamente matrimoni civili (95,5%).

ISTRUZIONE. Sul piano dell'istruzione, si confermano gli elevati livelli di partecipazione all’istruzione post-obbligatoria, che risultano più alti della media nazionale. Rispetto all’anno scolastico 2000/2001 il tasso di scolarità (rapporto tra gli studenti in età tra i 14 e i 18 anni e la popolazione residente nella stessa classe di età) in Trentino è aumentato di circa 10 punti percentuali e la quasi totalità dei giovani in età 14-18 anni frequenta la scuola secondaria superiore o un corso di formazione professionale (97,7%). Tale tasso si conferma più elevato della media nazionale di circa 4 punti percentuali.

Per quanto riguarda l'università, incrementi significativi degli iscritti si registrano per il Dipartimento di Matematica (+8,5%), il Centro Interdipartimentale Biologia Integrata - CIBio (+7,9%) e la Scuola di studi internazionali (+6,8%). Viceversa, segna un calo degli iscritti il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e Meccanica (-3,2%). Gli indirizzi più frequentati si confermano Ingegneria, nelle varie specializzazioni (23,8% degli iscritti), Giurisprudenza (17,9%) ed Economia e Management (15,3%)

LAVORO. I dati del mercato del lavoro del 2020 riflettono il difficile periodo legato all’emergenza sanitaria. Nell’anno si osserva una perdita significativa delle forze di lavoro e un conseguente aumento degli inattivi in età lavorativa; contemporaneamente si rileva un calo dell’occupazione e una crescita della disoccupazione. I tassi più importanti del mercato del lavoro rispecchiano ovviamente queste dinamiche.

Le forze di lavoro sono 250mila, contraendosi rispetto al 2019 di circa 3mila unità, e sono composte da 136mila uomini e 114mila donne. La diminuzione è il risultato di un calo di entrambi i generi, più marcato per quello maschile. In termini percentuali la diminuzione per gli uomini è pari all’1,5%, per le donne allo 0,7%.

Nel complesso la riduzione delle forze di lavoro è dell’1,1%. Gli occupati sono calati e si attestano sulle 237mila unità: 129mila uomini e 107mila donne, con un’incidenza di queste ultime pari al 45,4%. Si rileva una diminuzione marcata per gli uomini (-2.800 circa) e più contenuta per le donne (-500 circa), con un andamento simile alle forze di lavoro.

La contrazione complessiva è pari all’1,4%: -2,2% per gli uomini e -0,4% per le donne. Gli occupati crescono nelle costruzioni (+2,1%) e rimangono sostanzialmente invariati nelle altre attività dei servizi (+0,2%) e nell’industria in senso stretto (+0,1%). Negli altri comparti calano, con le maggiori riduzioni nel commercio, alberghi e ristoranti che perdono circa 2.600 lavoratori (-5,6%) e nell’agricoltura (-1,400 circa unità pari al -13,6%). La perdita complessiva di occupazione nel 2020 è il risultato di una riduzione del 2,2% per i lavoratori dipendenti e di un aumento di 2,3% degli indipendenti.

Le donne scontano maggiormente il deterioramento della qualità del lavoro degli ultimi 10 anni. Infatti, si osserva una maggior quota di occupate sovraistruite, con lavori precari, con bassa paga e in part-time involontario. L’incidenza della componente giovane fra gli occupati, cioè delle classi fino ai 44 anni, si è ridotta, in particolare la classe 35-44 anni, mentre la componente adulta è aumentata, soprattutto nelle classi anziane che sono raddoppiate. La composizione dell’occupazione per età evidenzia che il mercato del lavoro sta progressivamente diventando sempre più vecchio, in linea con l’invecchiamento della popolazione.

I disoccupati sono 13mila, in aumento contenuto rispetto alla media dell’anno 2019 (circa 400 unità), con una maggior incidenza per la componente femminile (51,2%).

I Neet (giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni che non sono né occupati né inseriti in un percorso di istruzione o di formazione rispetto alla popolazione nella stessa classe di età) incidono in Trentino nel 2020 per l’11,6%, in aumento rispetto ai dati del 2019 (9,8%). L’incidenza di questi giovani assume in Trentino un valore significativamente inferiore rispetto al dato nazionale (19,0%) ed appare in linea con le quote rilevate in Europa (11,1%)

ECONOMIA. Sul piano economico il Pil del 2020 è calato del 9,8% a prezzi costanti. Sul fronte del lavoro gli occupati nel 2020 sono calati a 237mila unità: 129mila uomini e 107mila donne, con un’incidenza di queste ultime pari al 45,4%. Si rileva una diminuzione marcata per gli uomini (-2.800 circa) e più contenuta per le donne (-500 circa), con un andamento simile alle forze di lavoro. La contrazione complessiva è pari all’1,4%: -2,2% per gli uomini e -0,4% per le donne. Il settore del turismo è stato particolarmente colpito dal lockdown. L’anno 2020 evidenzia così valori in netta contrazione sia per gli arrivi (-39%) che per le presenze (-36,5%). La flessione riguarda entrambi i settori: gli arrivi diminuiscono del 39% sia nell’alberghiero che nell’extralberghiero; le presenze calano del 36,3% nell’alberghiero e del 37,1% nell’extralberghiero.













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