Legambiente: «Non spetta alla Provincia condannare a morte l'orso»
L’associazione dopo l’annuncio che MJ5 (l’orso che ha aggredito un uomo in val di Rabbi) sarà catturato e abbattuto: «La decisione è di competenza del ministero dopo il parere dell’Ispra»
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TRENTO. "La decisione della Provincia di Trento di procedere all'abbattimento dell'orso è illegittima. La condanna a morte di un orso rappresenta sempre una sconfitta per l'uomo e per il lavoro di gestione e tutela che viene messo in campo". Lo afferma Legambiente in una nota in cui sottolinea che "per difendere la biodiversità e affrontare le problematiche di specie emblematiche serve il supporto della scienza, una grande capacità nella gestione della complessità territoriale e istituzionale e un nuovo patto tra comunità locali e aree protette".
"Ancora una volta - commenta Antonio Nicoletti responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente - la Provincia di Trento prende una decisione autonoma e illegittima che non le compete. Non spetta, infatti, alla Provincia decidere che tipo di intervento mettere in campo tanto meno quello di condannare a morte un orso, come sta accadendo per l'esemplare MJ5 che ha aggredito nei giorni scorsi un uomo in Val di Rabbi. L'errore che commette il presidente Maurizio Fugatti è quello di interpretare in maniera estensiva la possibilità prevista dal Pacobace, il Piano d'azione interregionale per la tutela dell'orso bruno sulle alpi centro-orientali, di intervenire con azioni di controllo volte a risolvere i problemi e/o limitare i rischi connessi alla presenza di un orso problematico. Ma tale decisione non spetta alla Provincia autonoma di Trento, bensì all'Ispra che deve esprimere un parere nel merito, poi la decisione finale la prenderà il ministero dell'Ambiente".
Sulla vicenda interviene con una nota anche la sezione Enpa del Trentino. "È necessario che l'Europa sappia quanto sta accadendo ai danni della popolazione degli orsi del Trentino, in contrasto con la Convenzione di Berna e la direttiva Habitat. Oltre alla lettera ad Ispra, con cui chiariamo l'assurdità della decisione di abbattimento, stiamo raccogliendo tutti i dati e gli elementi utili a circoscrivere l'accaduto, e li riferiremo in sede europea, per i necessari accertamenti, per contrastare ogni pericoloso tentativo di attacco alla Convenzione di Berna e alla Direttiva Habitat, garanti della tutela della biodiversità e dell'ambiente", scrive la presidente Ivana Sandri.