«Vandali, la scuola non c’entra»
Lavis, l’Istituto comprensivo difende i propri alunni: «La stragrande maggioranza crede nei valori»
LAVIS. Un vecchio adagio di Lao Tzu dice: “Fa più rumore un albero che cade di un'intera foresta che cresce”. Ed allora, dopo i piccoli vandalismi registrati nei giorni scorsi a Lavis, l'Istituto comprensivo vuole mostrare la crescita dei propri alberi. Il complesso scolastico di via Carlo Sette mette in mostra i tanti progetti legati alla legalità ed al senso civico, realizzati in questi anni. E, soprattutto, il comportamento più che positivo della stragrande maggioranza degli alunni.
«Ci dispiace molto aver letto di questi fatti – commenta Stefano Chesini, dirigente dell'IC di Lavis – in base ai quali si è detto che i giovani hanno pochi valori ed altri luoghi comuni di questo genere. Invece secondo noi è sbagliato generalizzare: qui abbiamo 950 alunni fra scuola primaria e secondaria e la stragrande maggioranza di loro sono ragazzi con valori. Che oltre ad impegnarsi nello studio sono anche impegnati in diversi progetti». Si tratta di lavori incentrati su temi quali la legalità e il senso civico, per arrivare all'educazione della cittadinanza. Accanto all'attività quotidiana, infatti, questi temi sono al centro di progetti quali, ad esempio, il Consiglio della comunità scolastica dei ragazzi. «Si tratta di un organo collegiale formato dai rappresentanti di classe, che pone in cima due sindaci, un ragazzo ed una ragazza, eletti dai ragazzi stessi – spiega Monica Zorzi, insegnante e referente del progetto. - Qui sono i ragazzi stessi che, in prima persona, si impegnano per migliorare la scuola. Come una richiesta per un maggior numero di panche esterne o la realizzazione di murales per abbellire l'istituto. Ed ora la realizzazione di un'aula all'aperto, utilizzabile per alcuni progetti in primavera ed autunno». Questo è un esempio pratico, così come l'impegno nel caso della giornata con le porte aperte dell'istituto ed alla Fiera dei Ciucioi. Quando sono gli studenti stessi a presentare le attività scolastiche, andando a rapportarsi con la popolazione e la comunità.
«Attraverso la dialettica di queste iniziative, che ormai portiamo avanti da diversi anni – ha aggiunto Mara Beber – i ragazzi capiscono che cosa vuol dire il confronto ed il rispettare l'opinione altrui, adeguandosi alle decisioni della maggioranza. Ed imparando a rapportarsi nel modo giusto con la realtà intorno». Altri progetti di questo genere sono gestiti anche dalle insegnanti Roberta De Marchi e Fiorenza Cappelletti. Esempi pratici? Puliamo il mondo, iniziativa che porta i bambini di quinta elementare a raccogliere la sporcizia lungo l'Avisio. Oltre agli incontri con la Polizia postale ed altri, dedicati al tema dell'affettività e della sessualità. «Nel prossimo anno scolastico poi – aggiunge il dirigente scolastico Stefano Chesini – coinvolgeremo anche la Consulta dei genitori. Perché allo studio c'è un progetto che permetterà di creare dei percorsi in completa sicurezza, sia dal punto di vista urbanistico sia contro eventuali malintenzionati, per permettere ai ragazzi di venire a scuola e tornare a casa a piedi. Questo con l'aiuto di attività commerciali, negozianti e spazi amici, che permetteranno di garantire la massima sicurezza agli alunni in caso di necessità».
Sul tema del rapporto con i compagni e sulla qualità della vita a scuola è stato fatto anche un questionario anonimo su 400 alunni. Un questionario che, fra l'80 ed il 95%, ha dato risposte rassicuranti sulla qualità dei rapporti umani creati all'interno del complesso scolastico. Dato fondamentale, ad esempio, per ridurre al lumicino il rischio di bullismo e cyberbullismo.