In 140 alle ex scuole medie per ora senza alternativa 

Il caso in consiglio comunale. Approvata all’unanimità una mozione sulla sezione staccata dell’istituto Martini: «Per l’anno scolastico 2020-2021 a tutti le stesse strutture e attrezzature»


DANIELE ERLER


Mezzolombardo. «È come prenotare in un resort da cinque stelle per poi trovarsi a passare le vacanze nelle scuderie». La metafora è del consigliere Danilo Viola, ma è stata adottata poi anche da altri suoi colleghi. Rende bene l’idea di quello che è successo a circa 140 ragazzi del liceo di scienze umane del Martino Martini, a Mezzolombardo.

Come vi abbiamo già raccontato nelle scorse settimane, gli studenti sono stati trasferiti nella sede distaccata all’ex scuola media, nel Cason di via Filzi. Lo hanno saputo soltanto a fine agosto, quando i giochi ormai erano fatti. Martedì sera l’argomento è stato affrontato in consiglio comunale, dove è stata approvata all’unanimità una mozione proposta da Konrad Vedovelli di “Mezzolombardo partecipa”. Fra gli obiettivi c’è anche quello di «richiedere con fermezza, per l’anno scolastico 2020-2021, la possibilità di avere per tutti i corsi le stesse strutture, attrezzature e tecnologie. Allo stesso tempo, di chiedere la creazione di uno studentato per permettere di frequentare il nostro istituto anche agli studenti di paesi distanti da Mezzolombardo».

Una soluzione temporanea

In realtà tutto questo non cambia però lo stato dei fatti. I ragazzi continueranno a frequentare la scuola in esilio al Cason, sicuramente per questo anno scolastico. Mentre per il futuro non ci sono al momento certezze. Lo sottolinea, dalle minoranze, il consigliere Paolo Mazzoni: «Oggi ci troviamo con un pugno di mosche in mano: non sappiamo se la Provincia interverrà o meno per risolvere la situazione».

Il sindaco

Anche il sindaco Christian Girardi non può dare troppe rassicurazioni: «Quando sappiamo che le cose dipendono da noi, siamo sempre i primi a metterci la faccia. In questo caso invece non possiamo fare altro che impegnarci a non abbassare mai la testa». Mezzolombardo sembra quanto meno pronta a farsi sentire, bussando alle porte del capoluogo, dato che l’istruzione è ovviamente una competenza provinciale, non comunale. La crescita del Martini è secondo il sindaco «un orgoglio per l’intera comunità». La mancanza di spazi è invece un’emergenza a cui la Provincia dovrà cercare una risposta.

Nei mesi scorsi ci sono già stati degli incontri: «Alcuni privati si sono resi disponibili per cedere un terreno, da utilizzare per creare nuovi spazi per la scuola», dice il sindaco. Ma al momento non è chiaro se la Provincia seguirà questa strada. Intanto il Comune ha accettato di mettere a disposizione il Cason, perché secondo il sindaco non c’erano alternative possibili: «Abbiamo fornito un aiuto temporaneo per non bloccare lo sviluppo del Martini».

La delusione

Finita la discussione in aula, all’esterno del municipio si forma un capannello di ragazzi e genitori che hanno seguito l’intera discussione: «Siamo delusi, forse ancora più rassegnati dopo questa serata. Non abbiamo avuto nessuna rassicurazione su quello che succederà ai nostri figli nei prossimi anni», dice un papà. I ragazzi parlano di questa prima settimana al Cason: raccontano del pavimento vecchio e delle vibrazioni nell’edificio, delle finestre che fanno sbattere le porte, di banchi piccoli e con i segni dell’usura. Raccontano di un intero piano che non è accessibile per questioni di sicurezza e della necessità di raggiungere, a piedi, la mensa e la palestra. Si sentono traditi: «Avevamo scelto questa scuola anche perché era nuova e all’avanguardia. Nessuno ci aveva anticipato che sarebbe finita così».















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