Due cani in casa di riposo per risvegliare i ricordi 

Appuntamento fisso. A Lavis la pet therapy si fa da dodici anni. Anche quest’anno ha coinvolto venti anziani divisi in due laboratori durante i quali sono stati utilizzati dei Golden retriver 


DANIELE ERLER


Lavis. La casa di riposo di Lavis è stata una delle prime del Trentino a capire l’importanza della pet therapy per gli anziani. È iniziato tutto quasi per caso, circa 12 anni fa, con il cane di Antonella Brugnara, la responsabile del servizio animazione. Si è accorta che gli anziani si illuminavano quando lo potevano accarezzare.

Da allora la pet therapy è diventata un appuntamento fisso che coinvolge ogni anno 20 anziani, divisi in due laboratori. Martedì si è tenuta la festa finale, con la consegna degli attestati a chi nei mesi scorsi ha preso parte a questa esperienza.

Tutti ne beneficiano

«Non c’è un anziano che non tragga beneficio da questa attività – spiega Brugnara al Trentino –. Il ricordo di un animale permette di recuperare ricordi che altrimenti sarebbero andati perduti». Come l’anziana non vedente, capace di riconoscere il suo cane preferito solo con il tatto. O come chi inizia a raccontare la sua vita, partendo dal ricordo degli animali del suo passato: cani, polli, galline, mucche o asini. «Ci hanno raccontato che quando si prendeva in casa un cane, negli anni passati, bisognava andare a registrarlo. E già allora c’era l’obbligo di trattarlo bene, altrimenti non lo si poteva tenere».

Il discount della “pet therapy”

Alain Satti è il responsabile dell’associazione “Vita da cani” che ormai da anni si occupa della pet therapy a Lavis: «Quest’anno abbiamo seguito due laboratori di gruppo. Ma anche due interventi individualizzati di terapia assistita con gli animali, per la riabilitazione di tipo motorio e psichico». Anche in Trentino, in passato esisteva quella che Satti definisce il “discount della pet therapy”. Ovvero con associazioni o singole persone che si improvvisavano in questa disciplina. In realtà, da marzo 2018 sono state recepite anche a livello locale le linee guida dettate dal Ministero della sanità. Significa che è stato riconosciuto a tutti gli effetti il valore scientifico della “pet therapy”. E la necessità di una regolamentazione.

Oggi, per operare nelle case di riposo, bisogna ottenere un certificato ed essere iscritti a un apposito albo provinciale. L’improvvisazione è stata bandita.

Una famiglia come sponsor

I risultati si vedono, semplicemente osservando il comportamento degli anziani a contatto con i cani. A Lavis sono stati utilizzati tre Golden retriever che gli ospiti hanno iniziato a conoscere e a chiamare per nome. Fra l’altro, quest’anno per la prima volta, l’intero laboratorio è stato finanziato con uno sponsor.

I soldi sono stati donati dai Largher, ovvero dai famigliari di un anziano ospitato nella casa di riposo. Li hanno raccolti organizzando una serata pubblica nella gelateria di paese e chiedendo delle donazioni a chi è intervenuto.















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