Didattica a distanza, il “Martini” fa scuola

MEZZOLOMBARDO. Il webinar (seminario) tenuto dall’istituto Martino Martini di Mezzolombardo, nella diretta di martedì pomeriggio 5 maggio sul proprio canale YouTube ha contato circa 540 utenti...


Daniele Bebber


MEZZOLOMBARDO. Il webinar (seminario) tenuto dall’istituto Martino Martini di Mezzolombardo, nella diretta di martedì pomeriggio 5 maggio sul proprio canale YouTube ha contato circa 540 utenti connessi. Per lo più dalla provincia. Brevi interventi raccolti in un video con protagonisti alcuni insegnanti del “Martini”, che hanno indicato spunti, maturati di recente, su come la didattica a distanza può rendere gli studenti parte attiva della lezione. Cosa, per altro, non sempre facile e scontata nemmeno nelle lezioni in classe. Nonostante i contenuti fossero già registrati, gli insegnati erano on line per rispondere alle domande degli utenti. La dirigente del “Martino Martini”, Tiziana Rossi, ha introdotto spiegando che il webinar nasce da una riflessione, con i docenti, sul come gli studenti potessero venire coinvolti nelle lezioni stando davanti ad uno schermo. Si è cercata dunque una distanza dalla teoria della tele-scuola come mezzo in cui lo studente riceve solo nozioni.

«La partecipazione attiva alla didattica a distanza - spiega la dirigente - è un nervo scoperto, in questo momento, nel dibattito del mondo della scuola». Ci sono tesi a sostegno e contrarie. «Come istituto Martini abbiamo messo a frutto, e in qualche modo condiviso con i docenti che hanno seguito il nostro webinar, l'esperienza fatta in questi due mesi. Sappiamo di non avere ricette facili o di pronto uso e di non essere in grado assolutamente di insegnare alcunché ad altri docenti. Ma portiamo il semplice spirito di mettere a disposizione quello che abbiamo finora capito essere più efficace, sperando anche di ricevere feedback e suggerimenti per migliorarci».

Negli anni il modo d’insegnare si è evoluto, chiedendo sempre più una didattica in cui lo studente possa essere stimolato ad apprendere. «Questo è il riassunto di fondo del nostro ragionamento - commenta Tiziana Rossi -. La didattica non dev’essere solo frontale e trasmissiva. Come con la didattica a distanza si possa stimolare la partecipazione dello studente, è un tema di professionalità che non deve fermarsi ai limiti della tecnologia, ma sperimentarne tutte le potenzialità».

Seminari così o simili potrebbero dunque essere utili anche una volta rientrati in classe? «Sì, perché sapersi esprimere con gli strumenti del digitale è un canale adeguato e formativo anche per il lavoro, soprattutto ai nostri giorni. Tornati in classe, può essere riproposto in modalità blended, apprendimento in presenza e a distanza. Quali sono le domande e i feedback più frequenti ricevuti nella diretta? «Il pubblico era variegato e ognuno ha portato le proprie domande, specifiche o generiche. Molti erano insegnanti degli Istituti comprensivi. A maggioranza è stato chiesto come si possono coinvolgere diverse fasce d’età scolastiche. Ci gratificano i tanti ringraziamenti ricevuti, che attestano la voglia degli insegnati di scambiare idee».













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