A Sarche altri 450 metri di tomo 

Consegnati ieri i lavori del secondo lotto delle opere per mitigare il rischio di caduta massi dal Dain


di Mariano Bosetti


SARCHE. Ieri il Servizio prevenzione rischi della Provincia ha effettuato la consegna dei lavori per la mitigazione del rischio da caduta massi dal versante a monte dell’abitato di Sarche alla società cooperativa Lago Rosso di Ville d’Anaunia, aggiudicataria dell’appalto (procedura negoziata con criterio del prezzo più basso) per un importo a base d’asta di 1.526.886 euro con un ribasso del 24,70%. La durata dei lavori è di 366 giorni, quindi l’opera dovrebbe essere ultimata all’inizio del prossimo anno.

Si tratta del secondo intervento per la messa in sicurezza dell’intero fronte a monte del paese di Sarche. La problematica, legata al distacco di massi dalla parete rocciosa a strapiombo sull’abitato, risale ai primi anni ‘90 allorché l’allora amministrazione comunale di Calavino nella fase di realizzazione della nuova scuola elementare e di altri interventi pubblici (campo sportivo, parco giochi della scuola materna, la casa sociale ex-baracca e il bocciodromo) aveva dovuto innalzare un vallo paramassi a protezione delle nuove costruzioni.

Risolto il problema più urgente, l’attenzione dell’amministrazione comunale si era quindi spostata alla rimanente parte del versante del “Dain” (monte Garzolét) a protezione di alcune attività (ristorante al Convento ed Autofficina Frioli – “Cason Gris”) fino oltre la centralina Toblino a monte della Gardesana 45 bis. Infatti era incombente il pericolo per il distacco di grossi massi, frenati in parte dalla vegetazione, alcuni dei quali avevano raggiunto però la sottostante statale, provocando fortunosamente solo qualche danno. È stato così che a partire dal 2006 il Comune di Calavino affrontò decisamente la questione, regolamentando con ordinanze l’accesso all’area (Ferrata Pisetta) ed investendo definitivamente del problema il Servizio prevenzione rischi, che dopo aver effettuato dei sopralluoghi mise mano alla progettazione e soprattutto alle risorse.

Ne scaturì il progetto esecutivo per la messa in sicurezza dell’intero versante, suddiviso in due lotti. Il primo – dopo la demolizione pilotata dell’ottobre 2016 mediante microcariche della placca “3”- è stato portato a termine nella primavera scorsa (costo 758 mila euro) e consistente essenzialmente nella sopraelevazione del vecchio paramassi da 5 ad 8,5 metri di altezza. Ora partiranno i lavori della seconda “unità autonoma funzionale”, ossia la realizzazione di nuovi rilevati paramassi con il “tomo 3” lungo 230 metri e il “tomo 4” lungo 220 metri sempre in terra rinforzata da eseguirsi in continuità con il rilevato già terminato.

“Per la realizzazione delle opere e per la futura manutenzione – si legge nella relazione tecnica - saranno previste piste d’accesso al versante, che avranno la funzione di smorzare l’energia dei massi prima del loro arresto nella piazza di deposito a monte del rilevato paramassi. L’intervento si completerà con il consolidamento di alcuni massi affioranti nella zona a valle dell’ultimo rilevato paramassi, che data la morfologia del versante è stato ubicato poco a monte degli stessi”. I terreni interessati all’intervento riguardano un’unica particella di proprietà dell’Istituto Diocesano Sostentamento Clero, che sono già stati acquisiti mediante procedura espropriativa.













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