A Lavis la “biblioteca vivente” che racconta la vita in carcere
Lavis. Quale idea abbiamo del carcere e soprattutto, noi uomini liberi, come possiamo superare quelle sbarre e imparare a conoscere le storie e le vite, senza pregiudizi? Si chiude con un doppio...
Lavis. Quale idea abbiamo del carcere e soprattutto, noi uomini liberi, come possiamo superare quelle sbarre e imparare a conoscere le storie e le vite, senza pregiudizi? Si chiude con un doppio incontro all’Università della terza età il progetto “Liberi da dentro”, promosso dalla biblioteca di Lavis per sensibilizzare alle tematiche del carcere. Il primo è stato lunedì, con la testimonianza di Daniel e Ricardo, due ragazzi che hanno vissuto l’esperienza del carcere. La settimana prossima, il 25 marzo, sarà invece proiettato e commentato il film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La bibliotecaria Cristina Ferrai spiega che «il progetto, nato dalla collaborazione di più enti e biblioteche, è partito a Lavis nel luglio del 2018 con l’esperienza della biblioteca vivente. È stata una proposta di incontro e dialogo. Uno strumento innovativo di promozione di coesione sociale e culturale». Come in una biblioteca tradizionale, in quella vivente si poteva scegliere di consultare un libro tra quelli proposti in un catalogo. Solo che i libri erano “umani”. Alcune persone, detenuti o ex detenuti appositamente formati, hanno messo a disposizione dei lettori un pezzo della propria autobiografia. «Ogni lettore ha avuto a disposizione mezz’ora per consultare il “libro”, ovvero una persona che probabilmente non avrebbe mai potuto conoscere – dice la bibliotecaria –. Attraverso le storie delle persone, si può entrare nel mondo del carcere e oltrepassare i pensieri più diffusi che lo riguardano». In dicembre si sono svolti gli incontri con i ragazzi delle classi terze delle scuole medie: hanno potuto ascoltare le testimonianze dirette di chi ha vissuto il carcere e assistere a un recital sul tema. Ora gli ultimi incontri, all’Università della terza età. D.E.