La storia di Maurizio esce dal rione, di lui ne scrive anche la stampa nazionale
Dall'appello degli amici di via Resia, passando per la raccolta fondi in Facebook, fino a Repubblica
BOLZANO. La storia di Maurizio ha toccato i cuori, e non solo quelli dei bolzanini. Maurizio era un clochard molto noto nel rione di Don Bosco. Il 2 maggio è caduto e ha sbattuto la testa. È deceduto poche ore dopo nell'ospedale di Bolzano.
Solo al mondo, il suo corpo è in attesa di una sepoltura. Ecco che allora gli amici si mobilitano e lo fanno attraverso le pagine del nostro giornale: «Non si può morire così, come se non si fosse mai esistiti».
Tempo qualche ora e la rete risponde, attraverso una raccolta fondi attivata su Facebook per riuscire a pagare le spese del funerale.
In attesa del via libera per la sepoltura, una vicenda tutta bolzanina si trasforma addirittura in nazionale, trovando spazio ne "La prima cosa bella" di Gabriele Romagnoli, il quale ne ha scritto nella vetrina di oggi, 17 maggio, sottolineando come questa tragedia abbia comunque avuto il pregio di mostrare un lato eccezionale, sia da parte di chi lo ha conosciuto in vita che di coloro i quali ne hanno sentito parlare o ne hanno letto unicamente in questi giorni, tutti uniti nella solidarietà perché Maurizio non sia dimenticato.