Crisi

Il mondo dello spettacolo trentino: “Ristori anche per il 2022”

Le richieste al consiglio provinciale: ricomprendere il cinema nel Fondo per lo spettacolo, così salviamo il Cinema Astra



TRENTO. Allineare il Fondo per lo spettacolo provinciale (Fusp) a quello nazionale (Fus) e garantire ristori anche per il 2022. Queste le richieste dei rappresentanti dell'Unione interregionale triveneta Agis fatte oggi (10 maggio) in Quinta commissione nel corso dell'audizione sulla crisi del mondo dello spettacolo e del cinema causata dall'emergenza Covid.

Il presidente Franco Oss Noser ha descritto il Fusp come molto positivo anche se il Fus nazionale, secondo la richiesta fatta anche da Agis a livello nazionale, dovrebbe probabilmente prendere il via nel 2023. La richiesta di Oss Noser è perciò quella di allineare i due Fondi. C'è poi la questione della capienza finanziaria del Fusp che, ha detto il presidente Agis, dovrebbe essere riportato alle cifre del 2020.

Altra richiesta è quella di comprendere nel Fondo per lo spettacolo anche il cinema. Il presidente Agis triveneta ha anche detto che, attraverso il Fondo, si può impedire la chiusura del cinema Astra di Trento e garantirne la programmazione.

Chiara Zanoni Zorzi, vicepresidente Haydn, ha detto che il primo triennio del Fusp è andato molto bene. Lo slittamento al 2023, per allineare il Fondo provinciale a quello nazionale, sarebbe una scelta positiva anche per sperimentare il suo allargamento al cinema e ai festival.

Massimo Lazzeri, presidente del comparto cinema Agis, ha detto che l'entrata del settore nel Fondo potrebbe essere interessante soprattutto per la programmazione del cinema d'essai. Dopo una domanda di Sara Ferrari (Pd) il dirigente del Dipartimento cultura Claudio Martinelli ha confermato che il Fondo per lo spettacolo attuale ha la capienza del 2020 e ha ricordato che si sta lavorando, sui criteri, per portare tutti i settori dello spettacolo, compreso il cinema, all'interno. Difficile invece la proroga del triennio per allinealo a quello nazionale, perché ciò renderebbe difficile allargare il Fusp a tutti gli attori del settore. 













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