Le fontane dei “grandi vecchi”
Dario Martinelli e Mario Antolini, 95 e 98 anni, le raccontano rievocando la storia della Valle del Chiese
VALLE DEL CHIESE. Esistono manufatti che rappresentano nella loro modestia un valore documentario unico, anche se ormai superato dal “progresso”. Le fontane - di paese o di quartiere - sono tra questi manufatti i più riconoscibili e diffusi, ma sono a rischio estinzione, a meno che qualcuno non li documenti e li faccia conoscere (ed apprezzare). «Girovagando per i vari paesi della Valle del Chiese ebbi modo di notare, nelle principali piazze, ma anche in piccoli anfratti tra le abitazioni, la presenza di fontane che, dalla loro forma, rivelano chiara sensazione del tempo che passa e stili che mutano. Vecchie fontane destinate all’estinzione, veri monumenti che formano particolari intimi ambienti e testimoniano gli usi e i costumi del tempo», scrive Dario Martinelli nell’introduzione al suo ultimo libro intitolato appunto “Fontane”, dedicato alle fontane della Valle del Chiese in Giudicarie, scritto con Mario Antolini Musòn.
Particolarità non da poco: entrambi gli autori sono loro stessi un monumento vivente. Dario Martinelli, ingegnere civile idraulico emigrato nel Bellunese, è entrato nel 95 ° anno, mentre Mario Antolini, giornalista, saggista e testimonial storico delle Giudicarie, ne ha 98. Ambedue più attivi e partecipi che mai della vita sociale e culturale delle Giudicarie, i mesi scorsi si sono messi di buzzo buono alla realizzazione del volume ora nelle edicole, confezionato grazie al Bim del Chiese presso l’editrice Antolini di Tione. Il contributo di Martinelli consiste nei disegni delle fontane della sua valle, o meglio della valle in cui si trasferì da giovane dalla natia Molina di Ledro, prima di iniziare gli studi al Politecnico di Milano. Si tratta di disegni molto curati e capaci di ridare il fascino di vecchi manufatti comunemente lasciate in stato di semi-abbandono se non ancora eliminati o usati come parcheggio. Ognuno degli attuali sette comuni della Valle del Chiese è documentato attraverso le sue fontane, diligentemente riprodotte dal Martinelli: 73 sono le superstiti su un totale di almeno un centinaio.
L’obiettivo dell’opera, quello di richiamare l’attenzione della pubblica opinione, si somma al lato artistico. «Questo è il merito di Martinelli per i suoi “disegni”, come lui si limita a chiamarli. Ma sono un’infinità di piccoli, quasi insignificanti sgrif, che nel loro sommarsi vengono a dare corpo ad illustrazioni artistiche, che ti portano in casa un caseggiato o una fontana non nella loro realtà fotografica, ma nella loro bellezza fatta arte», afferma Mario Antolini nella sua bella presentazione. La collaborazione tra i due magnifici ultranovantenni ha realizzato un’opera non solo didascalica ma anche storica e documentaria. In questa prospettiva Antonio Armani ha collaborato con una serie di ricostruzioni archivistiche sugli acquedotti, mentre Marco Zulberti scrive la conclusione sulle cento fontane ritratte «come il luogo simbolo più pieno della storia delle nostre comunità».
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