valle del chiese 

«Il Concertone torni all’antico» 

Demadonna chiede più musica d’insieme e un evento ad agosto


di Aldo Pasquazzo


VALLE DEL CHIESE. «Per continuare ad essere proponibile, apprezzato, seguito e perché possa esistere il Concertone delle bande del Chiese dovrà riproporsi come una volta». A sostenerlo è il professor Gianfranco Demadonna che di bande se ne intende per davvero. Dopo aver diretto e fatto crescere la stessa formazione musicale di Storo (ora ultracentenaria), il docente di Cà Rossa non solo insegna musica ma con gli strumenti e partiture ma recentemente ha ideato anche la “Big Square Orchestra”. Il professore interviene sul Trentino a seguito della parata di tre settimane fa a Storo quando assieme ad altri sei complessi si erano aggregati alla manifestazione. A suonare per l'occasione si erano esibiti la banda Giuseppe Verdi di Condino, San Giorgio di Castello, le bande di Cimego, Pieve di Bono e Roncone, nonché la Pras Band di Praso.

«Direi che a mio modo di vedere la rimpatriata per bande dovrà ripristinare metodi e procedure di una volta. Allora venivano coinvolte le realtà strumentali di Condino, Tione, Castello, Pieve di Bono e Cimego, a dirigere c’erano rispettivamente i compianti maestri Guido Dapreda, Vittorio Molinari, Leone Tarolli, Agostino e Fedele Bertini e a Storo dirigeva Costantino Zocchi mentre a Roncone era la volta di Gianni Salvadori, l'unico di quell'epoca ancora in vita. Anche allora non ci si ritrovava a giugno, ma ad agosto e non di primo pomeriggio ma un po’ più tardi. E' vero che in quel mese le manifestazioni abbondano, ma è altrettanto vero che in quel periodo la presenza di turisti dà una buona mano. Comunque ogni complesso allora suonava non più di due brani per poi invece dare più spazio alla esibizione d'assieme».

Professore Demadonna, il cliché del “Concertone” è esattamente quello degli anni 50 – 60 ?

«Per molti versi sì. Come è avvenuto anche ieri l'altro nelle valli di Fiemme e Fassa dove la struttura della manifestazione è consolidata e apprezzata. Per me, ogni complesso che si esibisce dovrà proporre due brani, possibilmente leggeri ed orecchiabili, mentre la suonata finale, che coinvolge tutti i 250 bandisti, è e resta la parte utile ad incorniciare la manifestazione. Gli spartiti in questo caso vedono da sempre prevalere gli inni: nazionale, del Trentino e la marcia Giudicarie, Quest'ultima scritta e musicata proprio nel 1956 dal compianto maestro condinese Guido Dapreda». Professore è possibile ipotizzare delle pagelle? «Non è il caso perché rispetto ad una volta la qualità risulta spalmata. Poi gli strumenti e la preparazione di oggi una certa differenza già l'ha fanno di per sè».

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