BORGO CHIESE. Introdotto da una dettagliata analisi sociolinguistica e antropologica del dialetto di Condino di Giorgio Butterini, ampliato dalle comunicazioni di Alberto Baldracchi, Gianni Poletti e Gian Battista Salvadori che hanno relazionato sui loro rispettivi repertori dialettali (della Pieve di Bono, ''Parlar da Stor'' e di Roncone), si è tenuto nel Palazzo alla Torre del Municipio di Condino la prima delle celebrazioni previste per ricordare il 40° di fondazione delle Filodrammatica “El Grotél”, organizzatrice dell’evento stesso.

Il dibattito è proseguito con le “provocazioni” di Ivo Butterini che ha sollecitato i 50 presenti a ricordare i nomi dialettali, così come vengono denominate alcune piante come l'assenzio, il mirtillo e altre, con le rispettive varianti di Storo, Creto, Roncone edaltri paesi trentini ancora. Tra tutti però ai condinesi è risultata gradita la presenza di Giulio Bodio “Mulinèr”, un condinese doc, da 60 anni emigrato in Germania dove ha lavorato come cuoco in un grande albergo nella Foresta Nera, e che da quando è in pensione si diletta a scrivere testi (soprattutto racconti) in puro dialetto.

Partecipata e vivace, la tavola rotonda si è chiusa con l'impegno di una decina di volontari che si ritroveranno a breve e daranno così vita al gruppo di lavoro per la redazione di un “Vocabolario del dialetto di Condino con l'aggiunta di alcuni lemmi caratteristici dei villaggi vicini di Brione, Castel Condino e Cimego”. Un'iniziativa destinata a colmare un vuoto nella bibliografia valchiesana, benedetta in questo contesto dal sindaco di Borgo Chiese, Claudio Pucci, che, pur non essendo egli un dialettante (cioè uno che non parla il dialetto locale, poiché cresciuto in altri contesti), ha voluto partecipare per tutta la durata della manifestazione. (a.p.)