Comune di “Rendena Terme”, Bocenago alla fine non decide
BOCENAGO. In consiglio comunale il futuro Comune di “Rendena Terme” ha ottenuto un 4-4-4, «piace ma non troppo» e «necessita di approfondimenti dentro e fuori il paese». I 12 consiglieri comunali,...
BOCENAGO. In consiglio comunale il futuro Comune di “Rendena Terme” ha ottenuto un 4-4-4, «piace ma non troppo» e «necessita di approfondimenti dentro e fuori il paese».
I 12 consiglieri comunali, martedì sera al termine di una lunga discussione, hanno espresso assoluto equilibrio sul tema. La minoranza firmataria della mozione con Mara Morganti, Moreno Marras, Alfonso Riccadonna e Luca Riccadonna ha votato a favore, Walter Ferrazza, Giuliana Boroni, Silvia Ada Alberti ed Elisa Cima si sono astenuti sulla mozione, Silvana Riccadonna, Bruno Tisi, Riccardo Boroni e Giancarlo Boroni hanno espresso contrarietà. Molti hanno condiviso le parole del sindaco Walter Ferrazza che ha sottolineato «ogni ipotesi di fusione deve passare per l’annunciata nuova Legge provinciale», dopo il “liberi tutti” dell’amministrazione Fugatti.
Il tema “fusione” ha allargato a macchia d’olio i confini politico-amministrativi dell’ipotetico nuovo Comune. Il gruppo di minoranza, con la mozione guarda a Strembo e Caderzone Terme col «coinvolgimento iniziale di Spiazzo Rendena e Pelugo al fine di garantire loro la collaborazione futura». Ipotesi che fa pensare al Comune di “BoCadeStre” idea del 1995 di Maurizio Polla sindaco di Caderzone, che guardava a Caderzone, Strembo e Bocenago. In consiglio le proposte del nuovo Comune sono a «tre» con Bocenago, Strembo e Caderzone, «a cinque» aggiungendo Spiazzo e Pelugo, oppure col Comune di Pinzolo. Walter Ferrazza ha parlato di Asuc per «salvaguardare i sacrifici dei nostri antenati» e quasi a strigliare la minoranza consiliare ha aggiunto «le amministrazioni comunali devono essere coinvolte istituzionalmente e non possono ricevere proposte che non sono passate dal consiglio comunale». A onor del vero, per un disguido nell’invio delle e.mail Pelugo e Spiazzo non hanno ricevuto la mozione, ma ne hanno letto i contenuti dal giornale. La serata si è conclusa con un nulla di fatto, fatta salva la volontà diffusa di «parlarne, discuterne e approfondire». W.F.