A fuoco il capannone della troticoltura 

Preore, il tempestivo intervento dei vigili del fuoco nell’azienda dei fratelli Leonardi salva gli avannotti. Cause al vaglio


di Aldo Pasquazzo


TRE VILLE. La lunga colonna di fumo si poteva vedere da chilometri di distanza. Ed era una lingua nera nel cielo azzurro che raccontava l’incendio divampato poco dopo le 9 di ieri mattina all'interno di un capannone attiguo alla piscicoltura di proprietà della società agricola “Troticoltura Oro” dei fratelli Leonardi di Preore. Le fiamme in poco tempo hanno invaso il locale e solo il tempestivo intervento dei vigili del fuoco di Preore, Ragoli, Tione e poi del corpo permanente di Trento hanno consentito nel giro di poco più di un'ora di fermare l’incedere delle fiamme. Su cause e danni gli stessi vigili del fuoco al momento non si pronunciano. «Ad espletare le dovute verifiche tecniche e trovare le possibili cause saranno in questo caso i periti e i colleghi del corpo permanente di Trento» fa sapere Massimo Ballardini, comandante dei volontari di Preore che per competenza giurisdizionale ha diretto le varie operazioni di spegnimento.

La struttura di proprietà dei Leonardi si trova nella zona denominata Isolo, nei pressi del campo di gioco della Virtus Giudicariese. I Leonardi sono considerati una vera e propria istituzione in ambito ittico. Sono proprietari infatti di altre troticolture, tra cui alle Piane lungo il torrente Palvico a Storo e Levico. Quest'ultima, per la cronaca, lo scorso autunno a causa il maltempo aveva subito danni ingenti.

Marco Leonardi è figlio di Ugo, ed è il titolare dell'azienda di famiglia. «Fortunatamente - e questa è una buona notizia - non c'è stata moria né di trote né di avannotti, anche dal fatto che i vigili del fuoco con grande professionalità hanno da subito salvaguardato le pompe in modo da consentire i necessari by pass all'interno delle vasche. Subito dopo sono stati attivati i generatori solitamente utilizzati per le emergenze».

Tornando all'operazione di spegnimento, da parte dei vigili del fuoco c’è stata qualche iniziale precauzione dal fatto che dentro lo stesso magazzino in un angolo erano depositati detersivi e sostanze destinate alla pulitura e disinfezione delle vasche e del pesce. Si tratta di contenitori non intaccati dal fuoco né dal calore che comunque non hanno comportato problemi. Con l'arrivo dei colleghi di Trento anche tale timore è stato definitivamente accantonato: le sostanze non hanno provocato alcuna forma di inquinamento.

«I danni maggiori - aggiunge il comandante Ballardini - si sono riscontrati a causa del calore che ha lesionato pareti e soffitto in cemento nonché la rete elettrica e i pannelli fotovoltaici». Non è nemmeno da escludere che le fiamme abbiano avuto origine proprio da quei due comparti. Ancora Ballardini sulle fasi dello spegnimento: «L’azione congiunta e tempestiva, con una quarantina di uomini, e relativi mezzi, facendo uso di acqua (che qui abbonda) e di schiumogeni hanno permesso di soffocare sul nascere anche ulteriori focolai». Determinante poi il supporto dei colleghi Fabio Venturini, comandante della squadra di Ragoli, e di Vittorio Marchiori che di Tione è il vice di Alberto Bertaso. La manovra congiunta ha avuto successo: «Una volta suddivisi compiti e ruoli abbiamo avuti immediati riscontri». È stato a quel punto che l'alone di fumo che stava invadendo la piana è via via andato ridimensionando.

Dopo aver circoscritto il rogo gli stessi vigili del fuoco sono rimasti sul posto per l'intera mattinata per espletare gli accertamenti del caso e per mettere in sicurezza il fabbricato. Ad affiancare l'azione degli stessi pompieri anche una pattuglia di carabinieri e alcuni agenti del corpo di polizia locale che a loro volta hanno raccolto elementi utili per redarre “l'informativa” del caso.

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