«Sui teatri di guerra bisogna salvare più vite possibili» 

L’esperienza di Riccardo Defrancesco. L’infermiere trentenne moenese sarà protagonista a Predazzo e Moena di due serate dedicate alle sue esperienze all’estero con Emergency


Francesco Morandini


Predazzo. Mercoledì 28, nell’aula magna del Comune di Predazzo e mercoledì 4 settembre nell’aula magna del Polo scolastico di Moena, alle 21, il Gruppo Emergency di Fiemme e Fassa, in collaborazione con la biblioteca e il Comune di Predazzo e con Perle Alpine e il Comune di Moena, ha organizzato due incontri con Riccardo Defrancesco, un giovane infermiere moenese, poco più che 30enne il quale, dopo aver lavorato a Rovereto e in val di Fassa come infermiere sul territorio, ha deciso di lavorare con Emergency. Dopo aver superato una rigida selezione, nella quale vengono valutate sia le motivazioni che le capacità di fronteggiare situazioni di emergenza, nel 2016 è partito per la Libia.

Dalla Libia al Kurdistan

Dopo 3 mesi in un piccolo ospedale libico, è stato mandato nel Kurdistan iracheno, dove Emergency aveva aperto dei centri sanitari nei campi profughi, e in un ospedale a Erbil, vicino a Mosul. La sua esperienza più importante è stata in Afghanistan, Paese che vive ancora oggi situazioni d conflitto molto pesanti. È stato per oltre una anno nel centro chirurgico per le vittime di guerra di Kabul, dove ha vissuto una esperienza sia sanitaria che umana molto intensa, imparando anche a gestire le situazioni in cui, causa di attentati o bombardamenti arrivavano in ospedale molti feriti gravi contemporaneamente.

Le situazioni estreme

«Si tratta di un’esperienza molto forte – racconta - perché noi abbiamo l’idea che il più grave deve essere soccorso per primo, ma in quei casi si deve cercare di salvare il maggior numero di vite: non ci si può permettere di perdere ore per un’operazione dall’esito incerto, se nelle stesse ore si possono salvare magari 10 tra gli oltre 100 feriti in attesa di soccorso. Queste situazioni ti sconvolgono, soprattutto le prime volte».

Dieci milioni

Dal 1994 fino ad oggi Emergency ha operato in 18 Paesi, soprattutto in luoghi di conflitto, ed ha curato 10 milioni di persone in presidi sanitari di eccellenza e gratuiti per tutti. «Noi portiamo tutte le novità della medicina per poter lavorare come nei nostri ospedali - afferma Riccardo - e per certi aspetti anche meglio. Per quanto riguarda ordine e pulizia c’è un livello che non si trova in tutti i nostri ospedali, inoltre lì tutto il processo di cura e molto più semplice, leggero e mirato a quello che serve davvero. La mortalità è solo del 3-4%, anche se arrivano molti pazienti in situazioni gravi». Riccardo Defrancesco, che in settembre ripartirà per andare in Sierra Leone, racconterà nelle due serate questa sua esperienza, la situazione dell’Afghanistan e l’attività dei sanitari di Emergency.













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