Sèn Jan non basta, manca l’italiano
La Corte costituzionale boccia la dicitura unica in ladino. Il sindaco: «San Giovanni penalizzante dal punto di vista turistico»
SÈN JAN. Il solo nome ladino “Sèn Jan” non va bene per il nuovo Comune fassano nato dalla fusione di Pozza e Vigo di Fassa nel 2016. Si dovrà abbinarlo anche al nome italiano San Giovanni.
Con la sentenza 210/2018 la Corte Costituzionale ha dichiarato così l’illegittimità costituzionale della parte della legge della Regione autonoma Trentino Alto-Adige del 31 ottobre 2017 (legge di Istituzione del nuovo Comune di Sèn Jan di Fassa) nella parte in cui utilizza la denominazione “Sèn Jan di Fassa – Sèn Jan” anziché quella di “San Giovanni di Fassa – Sèn Jan”.
Tutto era nato dalla contrarietà dell’allora consigliere regionale di “Alto Adige nel cuore” Alessandro Urzì che, a difesa del bilinguismo nella toponomastica e per evitare un “precedente”, aveva chiesto che accanto al nome ladino, fosse messo anche il nome italiano “San Giovanni”. La questione è stata discussa a livello regionale ed era stata portata anche di fronte al Governo allora presieduto da Paolo Gentiloni e infine alla Corte Costituzionale che il 25 settembre 2018 si è pronunciata con una sentenza a favore della posizione di Urzì e contro la decisione del Comune di Sèn Jan e dei suoi cittadini. Nel referendum per la fusione di Pozza e Vigo nel Comune di Sèn Jan infatti, ai cittadini erano stati fatti tre quesiti: va bene ai cittadini di Pozza unirsi in un Comune unico con i cittadini di Vigo? Va bene ai cittadini di Vigo di unirsi in un Comune unico con Pozza? Va bene a tutti dare il nome di “Sèn Jan” al nuovo Comune? La gran parte dei cittadini aveva votato a favore di tutto il quesito referendario (a tutte e tre le domande), ma ora la Corte Costituzionale ha deciso che il nome non va più bene.
Il Comune sì, va bene, è legittimo, ma il nome no. Accanto a Sèn Jan deve essere messa anche la dicitura in italiano “San Giovanni”. Non è contento il sindaco di Sèn Jan Giulio Florian che ha spiegato che “Sèn Jan” era stato scelto, non solo per motivi identitari, ma anche per motivi turistici. Sèn Jan è unico e peculiare, riconoscibile fra i numerosi San Giovanni presenti in tutta Italia. Ora si dovrà decidere sul da farsi. Se si volesse proseguire con il ricorso – spiega il sindaco Florian - si dovrebbe intervenire a livello di Corte Europea. Fra le opzioni però c’è anche quella di fare un ragionamento in Giunta e in Consiglio Comunale e intervenire, chissà, anche radicalmente scegliendo un nome completamente alternativo a San Giovanni/Sèn Jan. Non ci sono ancora idee o ipotesi, è solo un’idea iniziale che dovrà essere discussa dall’amministrazione comunale.
Anche la senatrice fassana e procuradora del Comun general de Fascia Elena Testor non è soddisfatta dell’esito della vicenda. Ribadisce la rilevanza e la portata di una sentenza dalla Corte Costituzionale e spiega che ora, dopo aver recepito la normativa, si dovrà procedere alla revisione degli atti. “Certo – spiega la senatrice Testor – dispiace perché tale nome era il frutto di una volontà popolare”.