«Rispondete al bisogno di futuro dei territori» 

L’appello di Transdolomites. Il presidente Girardi chiede alla politica di smettere di «fare gli struzzi, tirate fuori la testa». Chiede un incontro con Fugatti per smuovere il progetto



Trento. Un invito, perentorio e duplice: “Politici svegliatevi. Basta fare gli struzzi, tirate fuori la testa e rispondete al bisogno di futuro dei vostri territori”. Scritto a caratteri ben evidenti su locandine che tappezzeranno le valli dell’Avisio. E’ una decina d’anni, se non di più, che l’associazione Transdolomites chiede, inascoltata, la realizzazione della ferrovia lungo le valli di Cembra, Fiemme e Fassa come ipotizzato dall’allora progetto Metroland (siamo al 2008), poi abortito, nell’ottica di «una rete ferroviaria provinciale di collegamento intervallivo in grado di connettere tra loro le principali realtà del territorio e di migliorare l’accessibilità al corridoio del Brennero».

Girardi è impaziente

Massimo Girardi, presidente dell’associazione, in un incontro con la stampa a Trento, torna a chiedere un incontro con il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti.

Denunciando «una mancanza di dialogo» dopo che i precedenti governatori (Lorenzo Dellai, Alberto Pacher e Ugo Rossi) al di là di alcune timide aperture, specialmente da parte del covalligiano al tempo assessore Mauro Gilmozzi, non hanno (pressappoco) mosso foglia.

Eppure è del 2014 il via libera all’unanimità, da parte del Consiglio provinciale, per avviare uno studio di fattibilità affidato all’università di Trento (Dipartimento ingegneria civile ambientale meccanica). Dai cui risultati, peraltro, afferma Girardi, “risultò l’evidente tentativo di ridimensionare e di svincolarsi dalla proposta ferroviaria di Transdolimites”. Tantoché, nonostante nel frattempo consigli comunali e comunità di valle avessero prodotto 25 mozioni a favore del treno e le promesse elettorali si fossero come al solito sprecate, anche il Consiglio provinciale, e siamo a dicembre dello scorso anno, ha cambiato idea dichiarandosi favorevole al Bus rapid transit, cioè ad un sistema di bus su corsie preferenziali.

Una mole di dati

Girardi snocciola dati sulla ferrovia dell’Avisio, sulla sua convenienza e basso impatto ambientale. La realizzazione costerebbe un miliardo e mezzo di euro e la gestione intorno ai 15 milioni l‘anno, “peraltro coperti, questi ultimi – prosegue – al 90% da una tassa di soggiorno di un paio d’euro per turista e per il restante 10% dai contributi pagati per il servizio bus principale e dagli abbonamenti dei residenti e dei proprietari di seconde case. A fronte dei 93 milioni l’anno che i residenti delle valli dell’Avisio sborsano per spostarsi in macchina”.

Due ipotesi

Due i tracciati ipotizzati. Da Trento a Lavis, con la mètro di superficie, parallela alla “vacca nonesa” (ma perché non “usare” la Trento-Malè?) per poi salire in val di Cembra e arrivare a Penia. L’altro, invece, con partenza dalla collina, da Meano. “La politica ha dimenticato di essere al servizio delle comunità”, riflette Girardi. “Alcuni Comuni delle valli dell’Avisio stanno deliberando un sostegno economico – prosegue - per un nuovo studio ferroviario perché poi lo possiamo presentare al Ministero dei trasporti, alla Commissione europea e agli investitori. Finora, ai politici provinciali è mancato il coraggio, non c’è stata “fame” di crescere e cambiare”. PA.PI.













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