Museo, un’estate di meraviglie
Al Geologico di Predazzo. Il direttore Riccardo Tomasoni ha presentato il programma delle prossime attività nell’anno del 120° dalla fondazione. Due importanti mostre: sulle grotte delle Dolomiti e sui dieci libri delle Dolomiti
Predazzo. «E’ un punto ripartenza per sensibilizzare operatori turistici e amministratori su un patrimonio naturale che è di tutto il mondo e soprattutto delle generazioni future cui è nostro compito consegnarlo intatto». Così il direttore del Museo geologico delle Dolomiti di Predazzo Riccardo Tomasoni ha esordito nel presentare il programma di attività del Museo (che quest’anno compie 120 anni) e in particolare le due mostre: una sulle grotte delle Dolomiti tra cui le “Conturines” a 2900 metri con ossa dell’orso speleo, trovate anche nelle “Büse di Bernardo” che Elio Dellantonio “il geologo di Predazzo” per antonomasia, conoscitore di grotte e miniere, ha illustrato ricordando la scoperta del sito negli anni ’90 sul Monte Cornon. Una grotta di 90 metri che dopo la scoperta fu saccheggiata, anche se nel ’97 una campagna di scavo portò alla luce 150 resti di ossa dell’orso speleo (esposte in mostra).
Mostre, e non solo
Rosa Tapia “il braccio armato del museo” l’ha definito Tomasoni, ha illustrato le numerose attività del museo ad iniziare dalla mostra “10 libri per raccontare le Dolomiti” in collaborazione con la biblioteca che curerà anche le letture delle serate a tema. Classici della geologia, del folclore e dei viaggiatori dell’800 in edizioni originali come la prima copia autografata della “Geologia delle Dolomiti” che Piero Leonardi regalò alla moglie, o i fumetti di Elizabeth Tuckett “Zizzagando nelle Dolomiti”, accanto al libro di Paul Grohman, “Wanderungen in den Dolomiten”, alle “Cime inviolate e valli sconosciute” di Amelia Blandford Edwards, che racconta anche di Predazzo e dell’albergo Nave d’oro, così come "Dolomiti e dintorni. Taccuino di viaggi 1869-1875" una raccolta di appunti di quel Walter White che negli anni 60 e 70 dell'Ottocento, come gli altri colleghi, percorse in lungo e in largo quello che allora si chiamava il "Tirolo meridionale". E poi i testi geologici di Brocchi del 1811 o quelli di von Richtofen del 1862, o di Mojsisovics del 1879. Accanto a questi i libri di Felix Wolf, dalle note leggende a “La grande strada delle Dolomiti” del 1908 che uscirà a breve per i tipi di Nuovi sentieri.
La dama delle Dolomiti
Fra le donne da segnalare anche Maria Ogilvie Gordon, la dama delle Dolomiti, geologia che diede un forte contribuito all’emancipazione femminile in Europa tra il XIX e il XX secolo. Alpinismo, geologia letteratura, viaggi, turismo saranno i temi di 5 incontri con esperti con letture di alcuni brani dei libri esposti e per 4 giovedì cinema in piazza con pellicole del Filmfestival della montagna di Trento. E ancora i martedì per le famiglie e la scoperta del vulcano di Predazzo posto che il sentiero di Dos Capèl sarà ancora chiuso. Tutto questo offrirà il museo geologico di Predazzo, accanto all’esposizione permanente e alle due temporanee che chiuderanno all’inizio del 2020. Il programma dettagliato è disponibile al museo che in estate è aperto tutti i giorni escluso il lunedì.