«Mega riunione dei consigli con Zeni»
Cavalese, la proposta di Alan Barbolini: una seduta unica, con il direttore Bordon, sulle sorti dell’ospedale di Fiemme
CAVALESE. Tutti gli 11 consigli comunali della valle di Fiemme lunedì con orari diversi dalle 12 fino alle 20,30 hanno votato l’ordine del giorno proposto dalla Comunità di valle per la riapertura del punto nascite. Ma gli incontri hanno suscitato anche una serie di scontri e di polemiche.
Tesero. Il consiglio comunale ha votato all’unanimità il documento predisposto dalla Comunità di valle anche se non sono mancate critiche alle gestione attuata dalla Provincia e dall’Azienda sanitaria provinciale. La stessa sindaca di Tesero Elena Ceschini ha sottolineato il suo disappunto sulla risposta data dall’assessore Zeni alle richieste dei sindaci e della Comunità di valle. «L’assessore continua a ripetere le stesse cose, ma finora risultati non se ne sono visti. Sarebbe stato meglio che la risposta dell’assessore fosse arrivata prima della riunione simultanea di tutti i consigli comunali per poter fare le nostre valutazioni. Noi da tempo chiediamo fatti concreti e non parole. Lettere e promesse ne abbiamo avute tante. La nostra posizione non è affatto cambiata rispetto alle richieste che stiamo per votare oggi. Probabilmente l’assessore Zeni avrebbe preferito che questo ordine del giorno venisse ritirato. Ma noi questo ordine del giorno non lo ritireremo».
Comunità di valle. Anche il vicesindaco e presidente della Comunità di valle Giovanni Zanon ha concordato su quanto ha affermato la sindaca. «Questo ordine del giorno per noi è un punto fermo da cui partiremo d’ora in avanti. Le risposta dell’assessore provinciale Zeni su alcune questioni poste nell’ordine del giorno sembrano essere più confortanti rispetto a prima. Si sta ragionando sui progetti e sui tempi per la nuova sala operatoria e questo ci spinge a ritenere che finalmente si vada nella direzione da noi auspicata. Sulla riforma del welfare anziani, ritengo a mio avviso che la regia deve restare in capo agli enti locali». Il capogruppo dell’opposizione Alan Barbolini ha di nuovo rilanciato l’idea di riunire in una seduta pubblica tutti i consigli comunali da convocare al più presto insieme all’assessore provinciale alla sanità Luca Zeni e il direttore generale Paolo Bordon. La proposta sarà comunque vagliata dal Collegio dei sindaci che si riunirà lunedì 23 aprile.
Predazzo. Seduta pacata e molto proficua è stata invece quella del consiglio comunale di Predazzo. «L’ordine del giorno votato all’unanimità - ha sottolineato la sindaca Maria Bosin – è stato condiviso da tutti. Non si trattava evidentemente di un capriccio quello che chiedevamo con forza con quel documento, ma una risposta chiara e concreta alle aspettative della nostra gente. La nostra preoccupazione era ed è quella che a questo punto non ci potevamo permettere di perdere anche i professionisti reclutati con grande fatica a causa dei tempi ancora troppo lunghi per approntare una sala operatoria. Finora assicurazioni e promesse ne abbiamo sentite tante, ora vogliamo davvero fatti concreti e le strade sono state anche indicate per arrivare ad aprire i punti nascita prima della stagione estiva». Ma la sindaca Bosin ha ricordato che anche la valle di Fassa sta preparando a votare anch’essa compatta lo stesso ordine del giorno votato in Fiemme. Per la sindaca di Predazzo comunque la convocazione di tutti i consigli comunali nella giornata di lunedì è stata un’eccellente esempio di forza e di unità di una valle che si batte per ideali comuni.
Cavalese. A Cavalese il dibattito è stato di nuovo molto vivace. Un incontro con spunti polemici che si è protratto per altro fino a mezzanotte. Ma l’ordine del giorno non è stato votato da tutti. Il consigliere del gruppo di opposizione Beppe Pontrelli l’ordine del giorno non lo ha votato. «Avete fatto tutto da soli, non ci avete mai coinvolti nelle scelte e nelle iniziative da attuare per salvare il punto nascite - ha attaccato Pontrelli - io concordo sulla necessità di difendere e salvaguardare questo importante servizio, ma non concordo sul metodo». Ma Pontrelli ha lanciato anche una proposta provocatoria. «A questo punto, visto che nessuno a Trento vi ascolta, nonostante siate dello stesso gruppo politico – ha concluso - propongo di andare con la provincia di Bolzano». A rincarare la dose ci ha pensato poi la battagliera consigliera Bruna Dalpalù che ha fatto una lunga ed articolata cronistoria sul Punto nascite di Cavalese. «Non è vero - ha attaccato la consigliera - che il problema del punto nascite, come ha detto il sindaco Welponer è iniziato nel 2015. La storia è iniziata ben cinque anni prima il 16 dicembre 2010, quando venne sottoscritto un accordo Stato - Regioni con cui si decise che i Punti nascite con meno di 1.000 parti all’anno (lasciando la possibilità di una deroga per 500 parti all’anno) nei territori con “specifici bisogni e reali difficoltà”. Ebbene questo accordo - ha sottolineato la consigliera Bruna Dalpalù - porta la firma di Ugo Rossi, che allora era assessore alla sanità. La giunta Dellai è in difficoltà e capisce di aver fatto un grave errore e allora corre ai ripari. Nell’ottobre 2013, dieci giorni prima delle elezioni provinciali, l’assessore Rossi, unitamente al collega Gilmozzi sottoscrivono col presidente della Comunità di valle Raffaele Zancanella il protocollo sulla sanità della valle, dove promettono: nuove sale operatorie, servizio di sterilizzazione centralizzata, nuova area emergenza, potenziamento del Pronto soccorso e Casa della salute a Predazzo. Grazie alle mirabili promesse elettorali, il Centrosinistra trentino stravice le elezioni. Sono passati altri cinque anni - conclude la sua analisi la consigliera Dalpalù - e non si è visto ancora niente. Questa è la vera storia del Punto nascite, che molti di voi aveva scordato. Vergogna!»
Castello - Molina. Approvato all’unanimità l’ordine del giorno anche nel comune di Castello-Molina, dove il gruppo di opposizione della lista “Impegno Civico”, guidato dal consigliere Lorenzo Wohlgemuth ha però presentato due emendamenti (respinti entrambi con 9 voti contro tre). Nel primo emendamento chiedevano che venisse fissata una data certa per la riapertura entro il 30 giugno. Nel secondo emendamento chiedevano espressamente che nel caso gli organi provinciali “non riaprano il punto nascite entro la settimana precedente le elezioni provinciali”, l’intera amministrazione comunale di Castello-Molina avrebbe rassegnato le dimissioni».