La battaglia di Anesi contro i botti
L’ex segretario Ual: «Non trasformiamoci in valle senza identità»
CANAZEI. Michele Anesi, ex segretario Ual, torna anche quest’anno con una campagna di sensibilizzazione contro I fuochi d’artificio eccessivi a capodanno e che mettono a rischio i territori montani. Sulla propria pagina social Anesi scrive: «Il messaggio che appare in tantissimi spot tv, su quotidiani locali e nazionali, siti internet, striscioni pubblicitari, depliant e volantini in tutta la Val di Fassa e non solo è “Rispettiamo il nostro territorio”. Accanto ad esso compare poi sempre il logo Unesco Patrimonio dell'Umanità. La filosofia della fondazione Unesco incoraggia la partecipazione delle popolazioni locali alla tutela del loro patrimonio culturale e naturale, ma proprio la tutela naturale del nostro territorio tra pochissimi giorni verrà messa in discussione dai botti di capodanno, usanza decisamente poco "montanara". Si sa, viviamo in una valle a vocazione turistica. In questa occasione tre “categorie” saranno in allerta: medici, infermieri e i volontari di soccorso, che come ogni anno, con grande abnegazione e un po’ di rabbia per questa stupida “follia” che potrebbe essere risparmiata, dovranno "rappezzare" adulti e bambini».
Seconda categoria: «Gli animali, sia selvatici che domestici, vittime di questa sciocca usanza incivile. Gli animali infatti non conoscono i fuochi artificiali, non sanno cosa succede. I forti rumori gettano gli animali nel terrore, inducendoli a reazioni istintive e incontrollate, a volte con conclusioni tragiche. Il nostro territorio ospita molte specie di animali: ungulati come camosci, caprioli, cervi, mufloni e stambecchi, tetraoni come gallo forcello e gallo cedrone e anche rapaci, volpi, scoiattoli e marmotte. Insomma, nei nostri boschi vivono quasi diecimila capi, lo stesso numero degli abitanti della Val di Fassa».
Terzi «i vigili del fuoco, che mai come quest'anno dovranno passare le loro nottate di fine anno con le radio accese per la paura di incendi boschivi».
«Molti non rinunceranno al proprio “botto” e sanzionarli sarà complicato - scrive ancora Anesi -. Rispettare l’uomo e l’ambiente inizia dalle piccole cose: per esempio evitare atti di inciviltà come i botti di capodanno. È ora di rispettare e amare il nostro territorio, la nostra cultura, valorizzando ciò che noi ladini siamo ed abbiamo. Si tratta di un patrimonio territoriale ed etnico-culturale unico al mondo! Finiamola di voler “imitare" località, usanze e stili di vita che non ci appartengono. Non trasformiamoci con le nostre mani in una valle “senza identità”: le brutte copie non funzionano mai! Il nostro territorio rappresenta l'eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmetteremo alle generazioni future».
«Per la notte del 31 dicembre, dunque - chiude Michele Anesi - invitiamo tutti, compresi i nostri ospiti e clienti, a una presa di coscienza, magari destinando il denaro dei “botti” a qualcosa di più sfizioso che ricordi il soggiorno in questi luoghi bellissimi, oppure per aiutare persone molto meno fortunate di noi». (v.r.)