Il reduce Bertoldi della Acqui emoziona al circolo di Molina

MOLINA. Bruno Bertoldi, classe 1918 è uno dei pochi reduci della “Divisione Acqui” dislocata nella Seconda Guerra Mondiale su alcune isole del Mar Ionio, di cui una divenne tristemente famosa dopo l’8...


Luciano Chinetti


MOLINA. Bruno Bertoldi, classe 1918 è uno dei pochi reduci della “Divisione Acqui” dislocata nella Seconda Guerra Mondiale su alcune isole del Mar Ionio, di cui una divenne tristemente famosa dopo l’8 settembre del 1943, ovvero Cefalonia. Su quest’isola si è compiuto un vero e proprio eccidio dei soldati Italiani senza distinzione di grado, a seguito della decisione assunta in modo quasi collegiale, di non consegnare le armi ai soldati tedeschi, dopo la firma dell’armistizio dell’Italia con le truppe Anglo-Americane. Un’intera divisione, abbandonata a sé stessa, dovette decidere della propria sorte. Da quel momento iniziarono, su ordine espressamente impartito da Hitler, le fucilazioni di massa: «Non fare prigionieri, la lezione dev’essere di esempio all’Italia traditrice». Ufficiali, sottufficiali e militari di truppa furono passati a migliaia per le armi: qualcuno però fortunatamente riuscì a salvarsi e fare ritorno a casa. Uno di questi è Bruno Bertoldi, che recentemente è stato ospite del Circolo Anziani di Molina di Fiemme che, in collaborazione con la Sezione del Fante Val di Fiemme Angelo Degiampietro di Cavalese, ha organizzato due incontri.

Due incontri

Il primo con la proiezione del film-documentario “La Divisione Acqui e l’eccidio di Cefalonia”,incontro interlocutorio e preparatorio del momento più importante del 9 Aprile dove, sempre nella stessa sede, Casa sociale di Molina è intervenuto lo stesso protagonista Bruno Bertoldi. Veramente incredibili i fatti e le circostanze raccontate dal reduce Bruno Bertoldi con sorprendente lucidità e dovizia di particolari per quanto riguarda date, luoghi e persone.

Particolarmente toccanti alcuni avvenimenti narrati, con situazioni di estrema crudeltà, disperazione e smarrimento, appassionatamente ascoltati da un pubblico attento e partecipe. Non sono mancate per fortuna anche alcune note positive nel racconto di Bruno, che complessivamente tra servizio militare, guerra e prigionia ha trascorso pensate ben oltre 9 anni della propria vita vedendo morire centinaia di soldati.

Storie drammatiche

È stato veramente significativo ascoltare la storia di Bruno Bertoldi che con grande distacco è riuscito a raccontare situazioni estreme e drammatiche. Ma il suo è stato un messaggio di speranza ma soprattutto un grande contributo per non dimenticare quanto accadde ai soldati della Divisione Acqui. Nei primi anni 2000, l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi volle con sé Bruno a Cefalonia, per ricordare e rendere onore a quel sacrificio dei soldati Italiani che fu definito Primo atto di Resistenza italiana dopo l’8 Settembre del ’43 e che per troppo tempo era stato messo, per ragioni di Stato, a tacere.

Il grazie

«Noi tutti insieme non possiamo che ringraziare di cuore Bruno Bertoldi – ha sottolineato il presidente del Fante di Fiemme Alfredo Zorzi - per averci regalato questa testimonianza di storia di vicende vissute di questa nostra Italia e che non possiamo permetterci di dimenticare. Bruno è un patrimonio di tutti noi. Un grazie va anche al sindaco del comune di Castello-Molina Marco Larger, sempre presente, e alla sua amministrazione, che ha sostenuto l’iniziativa proposta dalla Sezione del Fante val di Fiemme, ma anche al Circolo anziani di Molina, al suo presidente Enrico Benatti e al suo segretario Adriano Bazzanella che hanno creduto nell’evento organizzando questi due significativi incontri».













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