"Equal Pension Day", le donne maggiormente esposte al rischio povertà
Il 26 ottobre si celebra l'Equal Pension Day, una giornata di sensibilizzazione sui buchi contributivi e la differente posizione di donne e uomini in ambito previdenziale
TRENTO. La pensione è il riassunto del singolo percorso lavorativo, che si differenzia sensibilmente a seconda che si parli di donne o uomini. Le prime, infatti, lavorano più spesso part-time rispetto ai secondi, hanno in media paghe orarie inferiori, sviluppi di carriera peggiori e frequenti interruzioni del percorso lavorativo, inoltre esercitano spesso lavori meno pagati. Tutto ciò comporta che alle donne mancano frequentemente anni contributivi e i relativi importi nel calcolo pensionistico.
Di conseguenza, le donne incorrono in un rischio maggiore di povertà durante la vecchiaia. Secondo i dati INPS più recenti, gli uomini ricevono mensilmente, in media, 1.392 euro di pensione, mentre le donne ne percepiscono 711 euro.
Per quanto riguarda i guadagni, nella regione Trentino Alto Adige, le donne guadagnano il 29% in meno degli uomini: con la pensione, questo effetto è raddoppiato. A fronte di questa preoccupante situazione per le donne, nasce spontanea la domanda su quali misure sono da prendere per contrastarla.
«Le ragioni dell'alto gap pensionistico tra i generi sono note», spiega la Consigliera di parità Michela Morandini. «Si tratta quindi, di fondo, di migliorare il mercato del lavoro e le condizioni occupazionali per le donne, in modo da rendere evitabili, per esempio, le interruzioni lavorative, o da permettere il pagamento dei contributi anche nel caso di tali interruzioni. Infine, un ruolo importante per le donne lo riveste l'assicurazione pensionistica: non si comincia mai troppo presto», sottolinea Morandini.