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Covid, la Provincia mette a disposizione di baristi e ristoratori lo scanner per il Green pass

Il presidente Fugatti ha illustrato la novità: «Abbiamo deciso di alleggerire i compiti degli esercenti nel controllo delle misure decise dal governo». Lo scanner darà semaforo verde o rosso (con "sirena") per l'ingresso o meno nel locale. Per ora ne verranno prodotti cento esemplari

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Gianluca Marcolini


TRENTO. Nessun nuovo decesso in Trentino per colpa del Covid. Lo ha detto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti anticipando i dati che verranno forniti nel pomeriggio. Fugatti, nella conferenza stampa convocata nella mattinata di lunedì 2 agosto per parlare soprattutto di green pass, ha spiegato che si registrano 12 nuovi contagi, 5 positivi al tampone molecolare e 7 al test antigenico. E come detto zero decessi. 

Sulla questione dei green pass, Fugatti ha spiegato di aver deciso, assieme alla giunta, l’introduzione di un’alternativa che non va a sostituire lo strumento deciso dal governo ma che punta ad alleggerire l’impegno per gli esercenti nel controllo del rispetto delle misure. «Una soluzione individuata in particolar modo per non gravare troppo sulle categorie economiche altrimenti costrette a uno sforzo non da poco per il rispetto delle misure», ha spiegato Fugatti. 

La decisione della Provincia è quella di mettere a disposizione di baristi e ristoratori gli strumenti informatici (uno scanner) per individuare all'istante, al momento dell'ingresso nel locale, se il cliente che varca la soglia del bar (ristorante o negozio) è in possesso o meno del green pass. «Faccio un esempio, nel piccolo bar il barista che sta dietro il bancone, e che vede l’entrata del proprio locale, può tenere sotto controllo la persona che entra e che utilizza il code sul proprio telefono, anziché mostrandolo al barista, o all’esercente, posizionandolo sullo strumento che stabilisce se si può entrare o no in base in base al rispetto delle regole anti Covid», le parole dell’assessore Failoni. Lo scanner, in caso di risposta negativa (semaforo rosso), emette un segnale sonoro avvisando così l’esercente. 

Ma spetterà all'esercente, in definitiva, decidere se adottare lo strumento che viene messo a disposizione (non gratuitamente, il costo sarà di qualche centinaio di euro) dalla Provincia, che ha già contattato le ditte per la produzione dei primi cento esemplari, oppure attenersi alle regole stabilite dal governo.

 













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